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  • Mer. Apr 24th, 2024

La potenza non è nulla senza controllo

Anni fa una marca di pneumatici pubblicizzava il suo prodotto con questo slogan: “La potenza non è nulla senza controllo”. E aveva ragione!  Indubbiamente il ricorso alla potenza e al controllo è di un certo valore evocativo: potenza e controllo sono le due facce della stessa medaglia, non c’è potenza senza controllo.

Fuor di metafora quando diciamo controllo intendiamo subito la capacità delle persone di auto controllo, ovvero, quella tendenza a controllare gli stimoli quali l’aggressività e la rabbia, il sesso e la gestione di tutte le emozioni. E’ deprecabile, infatti, e chi eccede diventa per gli altri un asociale.
Il controllo però, ha un’altro significato di segno completamente opposto. C’è chi ci vede qualcosa di positivo, di efficace e auspicabile e c’è invece chi vi attribuisce connotazioni negative nel senso di limitazione e chiusura. Una persona eccessivamente controllata non è in grado di esprimere i propri sentimenti e si sente debole nei confronti degli altri. Vive in un mondo pieno di frustrazioni ed è visto un asociali al pari di chi, invece, non riesce a gestire il controllo. Insomma, i due eccessi nel controllo sono entrambi delle anomalie da correggere.

Chi soffre di ansia eccessiva mal tollera entrambi gli eccessi e mostra riluttanza estrema. Anche questo è un eccesso. Talvolta l’eccessiva ansia personale viene giustificata con argomentazioni varie. Le reazioni nei confronti di entrambe le tipologie di anomalie nel controllo vengono  teorizzate e agite con un’altra forma di controllo, questa volta sugli altri.

Il controllo sugli altri si esprime come sostituzione alla persona con la conseguenza di esercitare sull’altro una deprivazione. Una volta ottenuto l’annientamento delle seppur minime competenze ad agire in modo autonomo, colui o colei che esercita il controllo su di esso, lamenterà nell’altro questa mancanza e l’attaccherà per la sua mancanza di decisionismo e di volontà. Il “lavoro” viene portato a termine in primo luogo con i figli e nei confronti del partner o di altri malcapitati nelle relazioni di lungo termine.

images (73)In conclusione possiamo affermare che lo scaturire di emozioni insostenibili alimenta i sensi di colpa e l’auto condanna per non riuscire a fare come fanno gli altri. 

Il controllo che tutti noi vorremmo riguarda la buona organizzazione mentale e una percezione consapevole delle nostre emozioni e del loro sano e spontaneo scaturire e fluire. Il giusto controllo richiama un rapporto tra mente e corpo che interviene nelle situazioni di emergenza a fronteggiare i pericoli e situazioni nuove per superare le crisi, riducendo al minimo il danno.

Abbiamo visto che il termine controllo si presta a prospettive diverse in qualche modo antagoniste.

Esercitare un controllo su qualcuno è “brutto” mentre controllarsi in pubblico è segno di buona educazione e di rispetto degli altri. All’altro estremo, essere un tipo “controllato” rimanda a immagini di persona che difficilmente si lascia andare al coinvolgimento emotivo. Qualcuno può addirittura evitarli per il loro atteggiamento freddo. Non è infrequente attribuire loro del cinismo. Nella loro imprevedibilità essi riscuotono spesso consenso per il loro fascino. Le persone scarsamente emotive non incontrano il favore delle persone in quanto non chiare  e per questo  non godono di fiducia.

Il tipo controllato è anche riferito a persone con una mentalità troppo analitica e spesso lo si associa a matematici o ingegneri, insomma a professioni scientifiche. La mentalità comune associa invece alle persone scarsamente controllate caratteristiche di personalità creativa, giocosa, incline allo spettacolo e a varie forme d’arte, positivo ed estroverso, di buona compagnia e facile all’ottimismo. Insomma nella nostra società pare che questi luoghi comuni vengano ad acquisire valore scientifico nel giudizio dei più e vari gradi di compiacimento per chi li possiede e desiderabilità sociale.

Il favore o lo sfavore che ottiene il termine “controllo” attribuito a una persona, è soggetto ai tempi, alle mode in voga e agli strati sociali di appartenenza. Pare che tra gli strati sociali più bassi essere controllati non sortisca un effetto di desiderabilità sociale quanto invece negli strati borghesi e tra i professionisti. Ovviamente, anche tra questi pare che la violenza privata e soprattutto, quella esercitata in famiglia sia altrettanto diffusa. Pare anche, però, che la violenza privata venga ritenuta ugualmente diffusa negli strati bassi della società in quanto molta parte dei casi non giungono a conoscenza in quanto scarsamente denunciata.
 La potenza non è niente senza controllo richiama tutte le nostre potenzialità e qualità naturali, le nostre competenze e prerogative, la nostra forza d’animo, l’entusiasmo e l’ottimismo quello che qualcuno chiama forza o energia vitale quando richiedono una frenata o un di fare un passo indietro. 

Di Paolo Mancino Psicologo Napoli

Paolo Mancino è psicologo specializzato in terapia strategica. Svolge la professione al suo studio di Napoli, in via Scarlatti.