Terapia di coppia (Risposta 2)
Caro Vincenzo,
ti ringrazio per avermi scritto.
Da quello che mi dici capisco che il problema risiede nel forte pregiudizio del
tuo compagno nei confronti dell’omosessualità e, quindi, nel grave
conflitto che vive. Per questo c’è bisogno di un pecorso evolutivo che tu
puoi aiutare a fare.
Questo problema è presente anche in certe coppie etero dove il compagno è in
qualche modo colpevolizzato per la condizione che vive o per le sue idee. Le
terapie di coppia spesso non funzionano proprio perchè uno è più evoluto
(quello che fa la richiesta di aiuto) mentre l’altro si sente
colpevolizzato in quanto “non crede”. Inoltre, si sente messo in
condizione di inferiorità perchè percepisce una alleanza contro di lui.
In questi casi reagisce contro e si verifica lo stallo.
Ti ho spiegato questo meccanismo perchè spesso nelle coppie che non
funzionano bisogna preliminarmente accertarsi delle loro potenzialità cioè se
la relazione così com’è può condurre a dei progressi in quanto ciascuno
è in grado di apprendere e generare cambiamenti.
Il pregiudizio si può combattere con l’esperienza condivisa.
In definitiva, quello che voglio dirti è che ci vuole del tempo per cambiare e
i cambiamenti si fanno assieme. Per questo ci vuole molto affetto, buon senso e
soprattutto modestia da parte tua.
Sarebbe inutile forzare il tuo compagno a venire si sentirebbe messo alla
berlina. Però, quando sarà pronto, e questo sarà lui stesso a dirtelo,
accetterà una unica seduta di consulenza. Successivamente si vedrà.
E’ quanto mi sento di dirti in questo momento sperando di averti risposto
in modo esauriente.
Cordialmente
Dott. Paolo Mancino