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  • Sab. Apr 20th, 2024

 

images (24)Nelle relazione accadono cose che non mancano di sorprenderci. Ad esempio: i conflitti e l’ aggressività incontrollata portano la violenza in famiglia a livelli addirittura superiore di quella di tutti gli atti delinquenziali esterni e per qualsiasi causa.
Come a dire che quello che emerge per insostenibilità, fastidio e intolleranza nelle relazioni familiari è causa di violenze e delitti più di tutti gli altri atti delinquenziali messi assieme.
La percezione di insicurezza allora pare che proviene dall’interno della società più che dall’esterno ed è piuttosto l’alleanza che spesso si realizza contro l’estraneo che crea o rinsalda la percezione del senso di appartenenza nella famiglia.
Le relazioni familiari sono le prime e più importanti prove di come reagiamo e ci abituiamo a reagire alle avversità e contrarietà, dei meccanismi difensivi che mettiamo in atto per difendere la nostra integrità del sé agli attacchi veri o presunti. Meccanismi che diventano abituali e tali da produrre in noi frustrazioni che hanno bisogno di essere risolte con modalità adattive per non incorrere in violenze esasperate e incontrollate con risultati disastrosi.
Meccanismi difensivi nella comunicazione
I meccanismi di difesa sono delle reazioni automatiche ed inconsce ai conflitti intrapsichici. Un meccanismo di difesa funziona in uno dei seguenti modi:
1) riduce gli impulsi sessuali o aggressivi riducendo l’ansia e il senso di colpa causati da questi impulsi;
2) modifica la natura dell’impulso eliminando così l’ansia e la colpa e fornendo inoltre una gratificazione al nuovo impulso.
Freud e i suoi seguaci hanno identificato una serie di strategie che le persone utilizzano per controllare lo stress o l’ansia che insorgono dai conflitti psichici. Ecco la descrizione di alcuni tra i più importanti meccanismi di difesa studiati.
Rimozione.
Esclusione dei pensieri e delle emozioni dalla coscienza. La mancanza di reazione a delle situazioni rilevanti è un segno della rimozione e del fatto che le tendenze rimosse sono effettivamente presenti.
Spostamento.
E’ frequente che una persona arrabbiata con un superiore non esprime direttamente ad esso il proprio stato d’animo ma magari si sfoghi, ad esempio con la moglie.
Proiezione.
Un modo per attribuire agli altri pensieri e stati d’animo che vengono percepiti, invece, dal soggetto. La proiezione localizza la responsabilità al di fuori di sé attenuando il senso di colpa e il conflitto. Una persona tossicodipendente mette in atto spesso atteggiamenti di irresponsabilità che riguardano la proiezione. Potrà attribuire così ad altri (cattivi amici, cattivi esempi, cattivi genitori) la responsabilità delle proprie azioni frutto di pensieri e stati d’animo insopportabili. Allo stesso modo qualcuno, immedesimandosi nelle sofferenze dell’altro (immaginate causate da sé stesso), decide di liberarlo dal peso della propria presenza.
Formazione reattiva.
Si ha un rovesciamento delle tendenze inaccettabili. Ad esempio un uomo può odiare la propria madre perché essa gli fa troppe richieste . Per risolvere questo conflitto egli può trasformare l’odio in un amore esagerato e comportarsi come un figlio modello.
Negazione.
L’uomo che odia sua madre (nell’esempio di sopra) controllando questo impulso mediante la formazione reattiva dirà: “Io amo mia madre”. Se invece utilizza la negazione dirà: “Non è vero che odio mia madre”. Questa affermazione la farà fuori luogo quando nessuno le aveva chiesto spiegazioni sulla cosa. Accade piuttosto spesso anche che un adolescente neghi fatti commessi particolarmente irragionevoli o convinzioni che è pronto a negare convinto di essere creduto dai propri genitori. La convinzione è autentica in quanto la verità viene nascosta dalla rimozione.
Intellettualizzazione.
Preferenza esagerata del pensiero a scapito delle sensazioni. Un soggetto che usa l’intellettualizzazione parlerà di argomenti sessuali o aggressivi in un modo molto freddo. Questo previene l’insorgere di sensazioni normali che invece si osservano in questi casi. E’ frequente negli adolescenti per facilitare la soluzione del conflitto che insorge durante l sviluppo.
Regressione.
Per ridurre l’ansia si assumono atteggiamenti tipici di una fase dello sviluppo. Una bambina che va a scuola per la prima volta può assumere degli atteggiamenti infantili iniziando a succhiarsi il dito, bagnarsi a letto e di essere presa in braccio. La regressione è anche un fenomeno normale nel rilassamento, nel sonno, nel rapporto sessuale e nella creatività.
Identificazione.
Oltre a essere un meccanismo essenziale nello sviluppo dell’Io la identificazione è anche un meccanismo di difesa messo in atto per ridurre l’ansia della perdita. Ci si può identificare anche con una parte o caratteristica dell’oggetto amato (ad esempio una sua abitudine, una qualità oppure un sintomo). Lo scopo può essere autopunitivo per giustificare il senso di colpa.
Identificazione proiettiva.
Gli aspetti non voluti del sé sono depositati in un’altra persona, in modo tale che il soggetto che compie la proiezione si senta tutt’uno con l’oggetto della proiezione (si identifica). La difesa permette di distanziarsi e di farsi comprendere esercitando pressioni sulla persona perché provi sensazioni simili alle proprie.
Questo meccanismo difensivo è molto praticato in persone disturbate che aggrediscono qualcuno per forzarlo a prendere in considerazione il proprio problema come alcune caratteristiche di sé maniacali o ossessive come nei deliri e negli eccessi comportamentali. Può essere rappresentato da un uomo che in preda a delirio di onnipotenza (narcisista, borderline o affetto da disturbo istrionico di personalità) accusa qualcun altro di eccessi di esibizionismo e lo aggredisca per questo; oppure una donna che affetta da delirio di gelosia accusi il proprio compagno di essere troppo sensibile al fascino femminile e, non riconoscendolo in sé, lo aggredisca per questo.
Sublimazione.
Incanalare bisogni inaccettabili in comportamenti accettabili come ad esempio gli impulsi sadici 

Di Paolo Mancino Psicologo Napoli

Paolo Mancino è psicologo specializzato in terapia strategica. Svolge la professione al suo studio di Napoli, in via Scarlatti.