Un sogno rivelatore
Era un po’ di tempo che stavo in una situazione di tensione a causa di problemi in famiglia.
In seguito a questi problemi la relazione con mia moglie stava subendo una crisi che si rivelò ben presto portatrice di ansie che minacciavano il nostro rapporto. A giorni alterni le discussioni diventavano sempre più accese ed ogni contrarietà richiamava il problema principale. Eravamo arrivati ad una situazione di stallo nel rapporto e ciascuno pensava in segreto a tutti gli aspetti negativi dell’altro/a che logoravano il rapporto e lo stavano portando alla malora. Mentre in un passato abbastanza recente ciascuno faceva apprezzamenti benevoli e positivi per l’altra/o ora non si riusciva a vedere quegli stessi aspetti della persona e del carattere che poco prima soddisfacevano e creavano un clima di benessere e di serenità. Eppure sarebbe bastato poco. Sarebbe bastato riprendere quegli stessi aspetti che ora erano in ombra e dargli luce, trasferirli in un ambiente più luminoso. Si trattava di scoprire ancora qualcosa. Non era solo un fatto di volontà, c’era qualcos’altro da fare. La frustrazione era arrivata a livelli altissimi e lo scoraggiamento aveva costretto entrambi a dichiarare forfeit.
Come mai non riuscivo a spezzare quel circolo vizioso di provocazioni e risposte aggressive; di scambi che chiedevano vendetta; di visione cieca davanti a certi scenari catastrofici ? Un giorno la possibilità di reagire s’era fatta avanti attraverso segnali deboli ma comunque certi. Si poteva fare qualcosa. Bisognava rispondere a quei segnali. Questi segnali erano visibili nei sogni. Uno in particolare si rivelò particolare in quanto apriva uno scenario nuovo e determinò il cambiamento tanto aspettato. Si trattò di un sogno che senza dubbio fu un sogno rivelatore.
Mi trovavo catapultato in Africa e tutta la mia famiglia, compreso una mia sorella e mia madre, mia moglie e i miei tre figli, le due adolescenti e quello che stava per laurearsi. Percorrevamo una strada larga e polverosa strapiena di gente su qualunque mezzo che la percorreva in tutti i sensi. Camminavamo in gruppo ed eravamo accompagnati da ragazzi del posto ed altri che erano partiti con noi. La maggior parte dei mezzi di trasporto era costituita da animali e in particolare cavalli. C’erano provocatori tra i commercianti ma i ragazzi che stavano con noi confidavano in noi ed erano considerati più che dei semplici conoscenti. Un rapporto solidale e quasi filiale si era stabilito soprattutto con un giovanotto nero. Una delle mie due figlie la diciottenne, si intratteneva con ragazzi e ragazze del posto e si trovava molto bene con loro. I giovani che ci accompagnavano vestivano con abiti consunti e logori mentre ai lati della strada qualcuno vendeva vestiti maschili. Invitai il giovane a sceglierne uno e dal modo come mi rispose – solo un cenno del capo e l’espressione di diniego ma rispettoso e modesto, impacciato e imbarazzato – capii che aveva risposto di no. Nonostante questa risposta mi accorsi che il ragazzo ne aveva scelto e indossato un dal semplice fatto che glielo vidi addosso. Fui molto contento ma ne aveva scelto uno con una vistosa macchia di unto davanti sulla giacca all’altezza delle grandi tasche. Era una giacca di canapone chiara. Il tessuto spiccava e l’immagine che mi venne era ingrandita come se avessi zummato sulla giacca. Lui era contento e io ne fui ancora più contento. Ecco che mia moglie reggendosi su una gamba sola e appoggiandosi a me mi informò che aveva sentito qualcosa che l’aveva punta ad una gamba. Guardai e vidi per terra dietro di lei una piccola serpe che si innalzava. Era lunga meno di un metro e aveva una testolina luminosa come quei fili luminosi che vendono alle feste, solo che la parte luminosa si trovava tutta ad una estremità rigonfia che presumibilmente era la testa dal momento che si trovava sulla estremità più alta. Non era qualcosa di naturale era quello che intuivo nel sogno ma non era importante in quel momento. Era stata la sua puntura. Domandai con una certa apprensione al ragazzo se quella serpe fosse velenosa.
Con il ragazzo c’erano altri adulti. Intravidi una donna con il capo coperto. Una bella donna nera. Forse era sua madre, la quale rispose senza parlare. La sua espressione era saggia e bonaria. La modestia era però il tratto più rassicurante. Mi aveva detto che non c’era da preoccuparsi soltanto attraverso quella chiara espressione. Fu per me molto esauriente. Fu allora che venni attratto da un’altra scena. Uomini a cavallo, viandanti e commercianti di non so cosa erano intenti a ciarlare, indaffarati a trainare. Chi velocemente chi lentamente generavano un clima molto laborioso. Nonostante ciò, ero ammirato e preoccupato per qualcosa. Ero, però contento di quell’esperienza nonostante il clima fosse di una certa tensione. Mi svegliai perchè stavo scalciando. Come mi disse subito mia moglie quello era stato l’ultimo calcione che avevo dato fino a quel momento in seguito al quale mi ero svegliato. Al risveglio mi sentivo in un modo alquanto strano. Ero, prima di tutto, sereno. Il sogno era stato per me bello e rassicurante ma specialmente mi aveva trasmesso qualcosa per cui l’abbracciai e stetti per un tempo abbastanza lungo in silenzio.
Avevo in mente un sacco di cose ma non era quello l’aspetto più interessante. L’aspetto veramente più interessante per me era che mi sentivo veramente bene. Vivevo come in un mondo diverso. I sentimenti che fino al giorno prima mi facevano stare teso e preoccupato erano svaniti, sciolti, volatilizzati. Al loro posto una calma perfetta. Adesso ero in grado di vedere qualcosa che non vedevo da tempo. Sentivo con il corpo il contatto con i tessuti in un modo speciale. Tutto era più morbido e ovattato. Gradevole. Il fatto era che prima non mi soffermavo su queste cose mentre ora si. Non c’erano volute spiegazioni infinite, mediazioni verbali e la ricerca delle parole giuste. Non era stato necessario fare ricorso a teorie psicologiche o ad affermazioni eclatanti nè ad apparati teorici o a mezzi espressivi particolari. Era avvenuto qualcosa che fino a un momento prima non riuscivo a comprendere ma che annunciava qualcosa di incipiente di li a venire e che adesso si era svuotato all’improvviso e tutto in una volta. Di sicuro era stato preparato a mia insaputa. Mi sentivo completato. Ora quel qualcosa che aveva agito in senso trasformativo e che ne avevo avuto qualche esperienza in solo due altre occasioni nella mia vita precedentemente, era avvenuto. Questa volta si era espresso attraverso un sogno. Un sogno che non posso non confessare essere rivelatore. La sera prima avevo avuto l’ennesima discussione con mia moglie ma questa volta era accaduto qualcosa di diverso. Si, c’era un antecedente, qualcosa che assieme a qualcos’altro aveva preparato il sogno. Ebbene in quella discussione ad un certo punto stoppai il mio impeto e al centro della frase solita che stavo per pronunciare (era una frase difensiva che preparava l’attacco) ebbi come un barlume. L’immagine che mi balenò era quella di qualcosa che difende la coppia. Si, si trattava di qualcosa che facevo qualche anno prima con lei e riguardava la difesa della coppia. Il mio e il nostro stare in coppia con tutto quello che comporta nei confronti dei figli. Qualche settimana prima lei mi aveva ricordato una cosa a cui tenevo da un pò. Si trattava del fatto che una volta le dissi: “Gli anni passano e noi invecchiamo mentre i ragazzi, i nostri figli, hanno tutta una vita davanti”. Me lo aveva ricordato qualche tempo dopo. Ebbene quella affermazione si era trasformata nella mia mente ed era diventata un archetipo. L’archetipo si era insinuato in un momento particolare della discussione della sera prima ma la mia mente conscia, quella che razionalmente doveva fronteggiare la sfida e difendere quell’io che da tempo era diventato il mio “mostro arrogante” ora minacciava il mio rapporto con mia moglie. Nel sogno il ragazzo bello e buono; modesto e rassicurante ero io. Ovvero era quella parte di me che si presentava a me, alla mia attenzione ed io che adesso ero preparato a riconoscerla. La madre; la puntura della serpe e la mia preoccupazione. I ragazzi che vanno per conto loro, fanno amicizie e stanno bene creando il loro futuro. Adesso era tutto chiaro alla mia parte razionale ma era la mia parte inconscia che aveva finalmente deciso tutto. Essa si era “costruita” lentamente su alcune basi. Se non era perchè in passato mi era accaduto almeno un’altra volta non me ne sarei accorto. Certo, in quanto bisogna imparare a leggere quello che in forme diverse si vuole esprimere dentro di noi. E quel momento era arrivato. Piansi da solo nel letto mentre mia moglie non capiva. Non era il momento di spiegare. E poi si sa, certe cose non possono essere spiegate. Si vivono e basta.