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Terapia breve con approccio ipnotico

Terapia breve con approccio ipnotico

Spettabile dottor Mancino.
Sarei interessato ad una terapia breve con approccio ipnotico per diversi problemi di salute a chiara componente psicosomatica: cefalea tensiva quotidiana all’emicondrio destro;colon irritabile;rettocolite ulcerosa;fibromialgia;depressione ansiosa melanconica scatenata dal pensiero della morte di mamma. Sarebbe possibile una terapia al mio domicilio data la difficoltà a spostarmi che ha messo in crisi anche la mia professione medica.Orientativamente il numero delle sedute ed il suo onorario? Grazie.

Egregio dottore.

La sua richiesta di un intervento mirato alla terapia dei suoi disturbi a “chiara componente psicosomatica“, come esprime nella sua missiva, mi trova interessato e motivato e mi da l’occasione per definire alcune linee portanti dell’intervento stesso.

Bisogna prima ancora chiarire che assieme a tali disturbi che lei ha individuato così chiaramente, bisogna affrontare il problema della sua tendenza ipocondriaca e di quella ansiosa e depressiva. Lei comprenderà facilmente, nonché le risulterà noto, che un tale intervento, una volta che lei fosse in qualche modo responsivo al metodo ipnotico – e ciò mi appare già problematico – dovrebbe affrontare l’aspetto relazionale della interazione, cioè affidarsi alla mia persona e questo da solo rappresenta una chiara difficoltà  presunta da me in questo contesto.

Appare però già chiaro che non si può dare prosieguo ad una interazione con il proposito ipnotico se il soggetto non vuole lasciarsi andare. E’ chiaro ai più, oramai, che il metodo ipnotico in psicologia clinica è di per se un metodo alquanto rapido – in quanto può richiedere anche solo alcune sedute, se il soggetto è disposto a lasciarsi ipnotizzare affinchè gran parte dei sintomi regrediscano. L’ipnosi di cui sto parlando si definisce anche ipnosi vigile e la sua applicazione alle esigenze psicosomatiche del paziente raccolgono in genere un certo successo (che dipende sempre da persona a persona). Allora potrei assicurarle una soluzione ai suoi disturbi psicosomatici ma, dal momento che il tono della sua comunicazione lascia intravedere altro, ritengo che su di lei tale intervento non possa riscontrare alcun effetto ed è destinato a fallire.

Quanto poi alla sua richiesta domiciliare mi dispiace ma non è possibile  in quanto la stessa è viziata da un aspetto che riguarda il metodo e la prassi psicologica che in questi casi, cioè per le sue patologie, ne dispone la controindicazione. Diversamente sarebbe la mia risposta se lei fosse impossibilitato a deambulare.