Il sesso è un segreto che si svela un po’ per volta
E’ assolutamente naturale parlare del sesso e delle cose che riguardano il sesso in famiglia. Ciò aiuta i bambini a familiarizzare con parti del proprio corpo e a considerarle in tutta la loro semplicità. L’ostacolo è molto spesso una cultura retrograda e pusillanime che lo ritiene “peccato” e per questo da mantenere nascosto. Altro è il rispetto dell’intimità e della personalità dei bambini nell’accompagnarli in questa conoscenza.
Genitori con tutte le migliori intenzioni se ne occupano più o meno liberamente fino ad una certa età, poi interviene il silenzio e non si parla più di sesso. Un po’ perchè i bambini se ne ritraggono per pudore e per il sopraggiungere del senso di intimità un po’ per discrezione e rispetto che libera i genitori dal peso di un compito difficile o per limiti personali a parlare di quel certo argomento.
Sotto il peso della inibizione e dell’ignoranza i genitori abbandonano il campo con vari pretesti. Si commette l’errore che poi continuerà di generazione in generazione a considerare il sesso e la sessualità un tabù.
Quando pensate di interrompere questo circolo vizioso che limita così tanto la vostra libertà e quella dei vostri figli?
Mi riferisco alla libertà di non sentirsi soggiogati dal morbo dell’ignoranza.
Se la preadolescenza viene inaugurata dalla maturazione sessuale ciò non significa che i ragazzi non hanno più bisogno di aiuto, sono i limiti dei loro genitori a determinarne l’abbandono e la fuga proprio in un momento molto delicato per loro.
L’adolescenza è ancora peggio anche se a volte possono capitare certi genitori per cui forse è meglio che si facciano i fatti loro.
I genitori non sanno cosa fare per aiutare quei figli che una volta entrati nello “sviluppo” sono irritabili, confusi perché da una parte rivendicano l’autonomia mentre dall’altra vorrebbero stare nel lettone con mamma e papà a 16 anni. Quì entra in ballo l’aspetto caratteriale che fa la differenza definendo l’esito delle proprie condotte relativamente al sesso. Rinchiudersi o stare con gli altri sono i due comportamenti limite e la differenza tra i due la fa la capacità di comunicare in famiglia.
“Comunicare” è la parola-chiave in grado di fare da spartiacque tra buona e cattiva scelta sessuale: rimanere, cioè, vittima di internet, videogiochi e pornografia, oppure uscire con gli amici e stabilire relazioni che alla lunga creano opportunità e formano la mente.
Mi capita sempre più spesso di ascoltare 20enni e 30enni soli a causa di scelte sbagliate molto precoci, a condizioni difficili di comunicabilità, a mancate opportunità di costruire relazioni perchè in famiglia non è mai successo di sentirsi veramente bene.
Allora si sono rifugiati per anni nel mondo seducente e consolatorio di internet evitando di affrontare il mondo reale che nel frattempo è diventato sempre più difficile da contattare.
La vergogna e il pregiudizio costringono poi i giovani a rimanervi incastrati. Basterebbe allora che i genitori anzichè lamentarsi e rimproverare incominciassero a comunicare veramente con i figli. Dico comunicare veramente intendendo con questo l’attribuzione di un impegno serio e concreto ad occuparsi del figlio – o figlia – che continua a protestare contro di loro perchè non si sente veramente considerato.
Mi è accaduto ormai diverse volte che, convocati i genitori del giovane adulto sofferente essi si siano il più delle volte accorti solo in quel momento che potevano fare in un altro modo, e questo modo poteva essere da loro raccolto con più impegno.
Ho conosciuto ragazzi che raggiungevano primati nelle abilità ai nuovi video giochi ma che sul piano delle abilità sociali erano rimasti al palo. Internet è una cosa meravigliosa ma – come del resto la TV – vanno usati per i nostri scopi e non si dovrebbe rimanerne vittima.
A questi giovani bisogna riprendere dall’educazione ai sentimenti e dalle prime nozioni delle abilità a comunicare con uomini e donne in carne ed ossa.
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