Psicologia e benessere
Siamo per natura portati ad avere potere, ad essere e sentirci efficaci. Lo dimostra la nostra percezione di sconforto quando siamo in balia della impotenza, della percezione che abbiamo di non essere efficaci. Soprattutto quando sono gli altri a trasmetterci queste sensazioni. C’è una naturale tendenza alla ricerca del benessere e ciascuno compie migliaia di atti in questo senso. Alcuni positivi e adattivi mentre altri negativi e patologici. Dalla ricerca del consenso a quello della verità, dall’attribuzione di una immagine positiva e accattivante a quella di una possibilista e bonaria. Tutti siamo alla ricerca di qualcosa ma pochi sanno veramente cosa.
Comunque ci muoviamo o agiamo cerchiamo di dare un senso al nostra agire anche se spesso noi stessi ci perdiamo. Certamente c’è un filo conduttore, un nesso nella nostra vicenda narrativa, in quella di ciascuno di noi. Per qualcuno siamo alla continua ricerca di nessi causali per altri siamo vittime più o meno consapevoli del caso mentre per altri c’è un genio ispiratore, un deus machina che ci organizza l’esistenza e che quindi tutto è già scritto nel nostro destino. In qualche modo il destino di ciascuno riceve una seconda possibilità, un secondo tempo dalla reincarnazione in qualcosa d’altro. Per tutti esiste una motivazione del perché viviamo e del perché siamo qui.
E’ nel rapporto con gli altri che verifichiamo i nostri diversi stati emotivi quando siamo soddisfatti in quanto ci viene riconosciuto un merito o quando siamo delusi e irritati allorquando riceviamo o percepiamo dagli altri un rimprovero o una disconferma. Il nostro stato emotivo cambia anche in modo improvviso e questo può portarci a stati di indicevole sconforto e sofferenza. Diamo una certa importanza a come cambiano i nostri sentimenti e gli stati emotivi in conseguenza alle relazioni che stabiliamo e alla percezione che abbiamo degli altri, in particolare quelli più significativi.
Se abbiamo appena ricevuto da nostro figlio diciottenne la notizia di avere superato brillantemente gli esami di maturità, siamo contenti e soddisfatti non solo per lui ma anche per come ci riconosciamo bravi genitori. Viceversa, se nostra figlia a diciotto anni ripete il quarto anno di liceo i nostri sentimenti sono di delusione non solo nei suoi confronti ma soprattutto nei nostri e ci sentiamo sconfortati per non essere stati bravi genitori. Questo può accadere nella stessa famiglia per due figli diversi e allora ci domandiamo cosa abbiamo sbagliato nei confronti del figlio “sfortunato” o “colpevole”. Ma le nostre emozioni e stati d’animo possono non essere soltanto conseguenza di come vanno le cose da un punto di vista semplicemente oggettivo, cioè per come potrebbe vedere un osservatore esterno imparziale. Ci potremmo attribuire stati d’animo che assumono polarità opposte, si alternano cioè sconforto e abbattimento a eccitamento e animosità, rabbia e aggressività a passività e sottomissione ed essere comunque scontenti per come siamo.