PORNODIPENDENZA: risultati del Test (260 risposte)
PORNODIPENDENZA, RISULTATI DEL TEST (260 risposte)
Di seguito riporto le risposte – sia in valore assoluto che in percentuale – fornite da 260 persone che hanno compilato il Test.
Per ciascuna domanda le risposte rivelano dei significati.
Quando esse vengono cumulate, assumono un significato particolare e possono essere particolarmente utili in quanto descrittive di comportamenti sociali.
L’approfondimento e la comparazione delle risposte definiscono un valore ai fini dello sviluppo della conoscenza sull’ argomento.
Sessualità alternativa
Questa forma di sessualità alternativa a quella comunemente ammessa è all’origine di tanto malessere e sensi di colpa ma anche di distorsioni della realtà personale. Perciò i comportamenti di vergogna e di colpa contraddistinguono le vittime, che hanno avuto la possibilità di verificare fino a che punto possono definirsi entro un ambito normale e quando, invece, l’abitudine può costituire un disturbo o, addirittura una patologia, come è definita la dipendenza all’uso compulsivo di pornografia.
Confrontare i risultati
In questa rubrica potete oltremodo approfondire le vostre conoscenze e rendere meno arduo l’eventuale processo di risoluzione.
A tutt’oggi i dati con cui confrontare i risultati ottenuti hanno ancora bisogno di essere comparati con altre ricerche sia in Italia che all’estero. Questa comparazione può darci ulteriori informazioni sugli aspetti sociali oltre che psicologici del fenomeno e contribuire alla sua conoscenza al fine di aiutare la cura e contribuire alla prevenzione.
Numerosi altri aspetti del fenomeno dell’abitudine a fruire della pornografia in chiave psicologica possono essere letti nel mio libro “Porno subito”. Se avete una problematica di dipendenza dalla pornografia potete leggere il volume “Pornodipendenza” disponibile al sito www.pornodipendenzastop.it
Cosa si propone
Il questionario è composto di 26 domande, e si propone di indagare la qualità della domanda di pornografia su internet, gli utilizzatori, la loro età e le loro problematiche.
Sono stati raccolti 260 questionari compilati in tutte le domande mentre circa 20 sono stati esclusi perchè incompleti.
La raccolta delle risposte è avvenuta tramite i siti: www.dottpaolomancino.it; www.psicologo-napoli.it e www.psicocity.it , tutte in forma anonima.
Il questionario è fatto di tre parti
La prima parte del questionario rileva i dati quantitativi, come l’età, l’età d’inizio, l’orientamento sessuale, l’essere single o stare in convivenza e se si hanno figli.
L’età
Oltre il 17% sono minorenni, il 61% ha un’età tra 18 e 40 anni mentre gli over 40, gli ultra cinquantenni e più, rappresentano quasi il 22% del campione.
L’orientamento sessuale
Il questionario presenta una anomalia in quanto le domande vengono rivolte solamente alle persone di sesso maschile in rapporto eterosessuale e non anche alle persone di sesso maschile e femminile in rapporto omosessuale. Voglio giustificarmi perchè ciò è avvenuto solamente per esigenze organizzative e per nessun’altro motivo. Inoltre, mi scuso anche con le donne che vivono problematiche di pornografia sul web per non essermi rivolto a loro. Va da sè che anche in questo caso è stato per motivi essenzialmente organizzativi.
Essere single
L’essere single o stare in convivenza è una differenza particolare che valuterò in seguito in questo scritto.
Essere padre
Vedremo che essere padre è molto importante per crearsi le motivazioni giuste per tentare una via d’uscita, in quanto la responsabilità nei confronti dei figli può di sicuro costituire una molla straordinaria.
La pratica religiosa.
La pratica religiosa è un altro elemento di una certa importanza a cui appoggiarsi per trovare la forza per abbandonare definitivamente la pratica.
La seconda parte del questionario è fatta di domande che tendono alla conoscenza:
- della profondità della problematica e della sua complessità, come la tendenza a sfuggire dal rapporto sessuale con la compagna;
- della qualità dell’erezione come elemento del desiderio sessuale nei confronti della partner;
- della qualità dell’appagamento sia delle sessioni masturbatorie che dei rapporti sessuali con la partner.
Spesso la qualità del rapporto coniugale diventa un elemento che si presenta sotto l’osservazione della persona, la quale, si sofferma proprio su questa e sul recupero del rapporto coniugale per ricostituire la pace familiare.
La terza parte del questionario si riferisce alle informazioni di carattere sociale e personologico e tenta di recuperare informazioni sia sulla condizione traumatica da piccoli, sia su aspetti della personalità quali la chiusura (“Normalmente, hai sempre preferito fare una vita ritirata”), con diverse alternative che tendono a confermarla quali, “Ami la solitudine e disprezzi la compagnia”, e “Ami la vita all’aria aperta”. Tendenze all’autocommiserazione e alla colpevolizzazione quale: “Pensi che la colpa delle tue difficoltà sia di qualcuno e non tua”.
In questa terza parte viene esaminata la tendenza a darsi da fare e contare su sè stessi come tende ad indagare la domanda n. 21: “Solitamente, sei abituato ad affrontare il cambiamento” e la n. 23: “Quando decidi qualcosa non sei facilmente disposto a rinunciare”.
La compulsione dipende molto dall’isolamento
Le domande ricavano la tendenza a saper gestire il cambiamento e la forza d’animo, qualora la persona voglia decidere di intraprendere un cammino all’inverso e rinunciare in futuro a continuare questa vita di delusioni e smarrimento. Inoltre, la 24 e la 25 richiamano anch’esse una risorsa dell’individuo a utilizzare i legami amicali e sociali per trovare l’humus necessario a sostituire l’isolamento che provoca la masturbazione compulsiva. L’ultima, la n. 26, si spinge a richiamare un aspetto della personalità di coloro che più facilmente incorrono nella dipendenza da pornografia: la difficoltà ad ammettere di avere torto. Si tratta di un aspetto della personalità narcisistica che accomuna anche altre difficoltà dell’aspetto relazionale.
Tendenza alla personalità narcisistica
Le risposte a questa domanda sono veramente il dato più significativo e confermano il sospetto della tendenza alla personalità narcisista molto comune tra coloro che finiscono nelle maglie dell’abitudine alla pornografia sul web e alle sequele relazionali che determinano.
Sono infatti oltre il 22% le persone che hanno risposto “Si” a questa domanda, mentre assieme a coloro che hanno risposto un si più debole fanno il 68% del campione. Solo un esiguo 32% ha risposto decisamente “No”. Questo dato è molto importante perchè possiamo ammettere con una certa probabilità di verità che se ci imbattiamo in una persona con questi problemi essa ha una probabilità del 68% di appartenere allo spettro narcisista.
Delle 26 domande a cui i lettori hanno risposto, alcune sono risultate più importanti e utili, altre si sono rivelate poco significative mentre altre ancora si sono rivelate abbastanza ambigue.
La n. 7 chiedeva: “Sei sposato o convivi?” mentre la n. 8:“Hai una fidanzata?” mette molte persone che convivono nella condizione di domandarsi se sono anche fidanzati. Chi non ha risposto frettolosamente ha avuto modo di riflettere sul fatto che se si è conviventi si è già deciso di superare la “categoria” dei fidanzati e ha risposto: “No”; chi, invece, si vuole ancora considerare fidanzato ha dato due risposte affermative. Ho risolto questa ambiguità esaminando non solo le persone che hanno risposto alla settima e non all’ottava, ma anche ad entrambe.
Coloro che non sono in nessuna delle tre condizioni potrebbero trovarsi comunque in rapporti sentimentali diversi, con o senza rapporti sessuali. Perciò, alla domanda n. 13, “Hai difficoltà a mantenere l’erezione con la tua compagna”, hanno risposto ugualmente, considerando anche i rapporti occasionali o transitori e il partner o la partner come “compagna”.
Puntualizzazioni Faccio presente che non sono uno specialista dei test e questo sulla pornodipendenza, almeno all’inizio, non sembrava uno strumento così importante quale si è rivelato essere in seguito.
Da questa esperienza potrò migliorare il mio approccio e renderlo più adatto a rispondere a ulteriori domande. Nel frattempo i risultati mi sembrano abbastanza interessanti in quanto rispondono ad alcune domande molto importanti.
Il questionario presenta una anomalia in quanto le domande vengono rivolte solamente alle persone di sesso maschile in rapporto eterosessuale e non anche alle persone di sesso maschile e femminile in rapporto omosessuale. Voglio spiegare che ciò è avvenuto solamente per esigenze organizzative e per nessun’altro motivo. Inoltre, mi scuso anche con le donne che vivono problematiche di pornografia sul web per non essermi rivolto a loro. Va da sè che anche in questo caso è stato per motivi essenzialmente organizzativi.
Precocità della dipendenza pornografica
Una di queste è certamente la precocità della dipendenza pornografica.
Oltre il 17% sono minorenni, il 61% ha un’età tra 18 e 40 anni mentre gli over 40, gli ultra cinquantenni e più, rappresentano quasi il 22% del campione.
Alla fine della compilazione del Test viene dato un punteggio su tre livelli che esprimono la gravità del disturbo.
Esprimi contrassegnando la dicitura che sceglierai.
Alla fine della compilazione potrai sapere a quale dei tre gruppi appartieni e ciò che ti conviene intraprendere.
1) Gruppo delle buone possibilità (punteggio 26–43) Codice verde
2) Gruppo delle discrete possibilità (punteggio 43–60) Codice giallo
3) Gruppo delle complesse possibilità (punteggio 60– 78) Codice rosso.
PORNODIPENDENZA
Risultati del TEST
1. Quanto tempo trascorri mediamente ogni giorno visitando materiale porno e masturbandoti davanti al computer?
a) meno di 1 ora 153 (58,80%)
b) 2 – 3 ore 88 (31,00%)
c) Più di 3 ore 19 (10,20%)
Questa domanda ci comunica il tempo che una persona spende davanti al computer mentre osserva immagini pornografiche masturbandosi. La ricerca diventa via via più assidua fino a raggiungere l’ossessività. L’individuo perde la cognizione del tempo, prolunga l’eccitazione e volutamente ritarda l’eiaculazione. Possono trascorrere in questo modo molte ore. L’individuo si accorge che sta martoriando il suo pene e, soprattutto, sta spendendo il suo tempo trascurando il lavoro e la famiglia. La domanda dunque, tende a scoprire il tempo impiegato a masturbarsi davanti a scene erotiche perchè da questa risposta è possibile dedurre anche da quanto tempo una persona è affetta da questo disturbo. Inoltre, la tendenza a spendere molto tempo in questa pratica è spesso correlata con la gravità del danno.
2. Hai provato a farne a meno per:
a) Più di 1 giorno 27 (10,50%)
b) Più di 2 giorni 97 (37,25%)
c) Più di una settimana 136 (52,25%)
I tentativi non riusciti compiuti per combattere la propria tendenza vengono valutati in modo da costituire un precedente. Una persone che ha fallito più volte è più facile che pensi di sé di essere non in grado. Il fallimento produce sempre più sfiducia in sé e nelle proprie possibilità. Accresce,quindi, la probabilità di ulteriori fallimenti. Ragazzi che provano a combattere si accorgono presto che il compito è arduo. Spesso, però con un buon appoggio e, soprattutto, rimuovendo le motivazioni che lo legano all’abitudine, è possibile riscuotere successi importanti e definirsi in termini di persona competente ed equilibrata. Diversi fattori però, giocano a sfavore, come la tendenza a isolarsi, la mancanza di appoggio, il sentirsi un fallito e la scarsa autostima.
3. Ogni volta che concludi come ti senti?
a) Appagato e soddisfatto 99 (38,0)
b) Appagato e deluso 90 (34,6)
c) Non appagato e con sensi di colpa71 (27,4%)
Le persone possono sentirsi in vari modi dopo essersi cimentati in attività masturbatorie solitarie davanti a film porno. Più tempo dura la sessione, maggiore è la sensazione di stare a perdere tempo anziché fare cose utili. Allo stesso modo, i sensi di colpa agiscono quando è da più tempo che una persona vive questa abitudine. Perciò, la risposta a) viene data da persone lontane dal vivere questa attività come un problema, più i giovani che i meno giovani. Coloro che praticano queste attività da diversi anni hanno sviluppato sensi di colpa per quello che fanno e non vorrebbero più farlo ma spesso non ci riescono. Quelli che vivono una condizione la più penosa sono quelli che hanno risposto “Non appagati e con i sensi di colpa” (27,4%) – una parte cosiderevole del campione. Sono queste le persone che potrebbero rispondere ad un intervento rieducativo. Abbiamo l’idea che si tratta di persone che hanno superato la trentina, che hanno una compagna insoddisfatta e che raccolgono continui fallimenti e frustrazioni.
4. Da quanto tempo ti dedichi a queste attività?
a) Meno di 1 anno 29 (11,2%)
b) 2-3 anni 43 (16,5%)
c) Più di 3 anni 188 (73,3%)
Da queste risposte appare evidente che la maggioranza del campione è dedito a queste attività da oltre tre anni, il tempo necessario per veder radicata la propria abitudine. Ma il dato ci offre anche uno spaccato della giovane età di coloro che da poco si sentono invischiati e che sentono in modo abbastanza vago il peso di questo fardello. Per loro rimane ancora un’attività insostituibile ma, allo stesso tempo, li sta facendo vivere il rapporto con le ragazze poco significativo. Avranno ancora tempo per entrare pienamente nel mondo dell’addition se il loro carattere, la famiglia e il sistema dell’educazione fornirà loro l’alibi per vivere i sentimenti solo di sfuggita.
5. Come hai cominciato?
a) Per caso 124 (46,5%)
b) Qualcuno me lo ha indicato 40 (15,0%)
c) L’ho cercato attivamente 100 (38,5%)
Una grande parte di coloro che rispondono affermano onestamente di averlo cercato attivamente. Un’altra parte comunica di averlo incontrato per caso. E’ difficile arginare il fenomeno se la concezione che i ragazzi si formano delle donne passa necessariamente attraverso la televisione. L’immagine della donna che sta passando ultimamente è di nuovo pervasa da luoghi comuni e differenze a loro svantaggio. Quello che gli uomini (giovani e meno) non riescono ancora a comprendere è che le donne pensano in modo diversa da noi. Loro fanno l’amore solo con chi amano, stabiliscono relazioni stabili e chiare con l’uomo che hanno scelto di amare e si impegnano per la famiglia per tutta la vita. Molti uomini non comprendono che le donne non tradiscono, ma se lo fanno è perchè si sono innamorate. Sembra un clichè ma è così. Molti uomini non comprendono che prima o poi la loro donna che loro costringono a fare sesso senza amore li abbandonerà. Molti uomini non riescono a godere del sesso con la propria donna perchè hanno bisogno di cambiare partner, proprio come vedono fare nei film porno. Pensano che sia normale e confondono. In questo modo non vincono ma perdono solo.
6. Sei gay o lesbica?
Si 25 (9,6%)
No 235 (90,4%)
La sessualità tra le persone gay è, generalmente, molto spiccata, anche per questo possono più facilmente cadere nell’addiction sessuale. Molti ragazzi che si riconoscono gay si trovano frequentemente nella condizione di non riuscire a dire “no” e cadono vittime di veri e propri abusi da parte di altri gay più esperti e senza scrupoli. Molto spesso allora i giovani riescono a godere di una guida solo se si uniscono in un rapporto stabile. Per le ragazze lesbiche il problema è ancora più spiccato. Spesso, però, le ragazze nascondono a lungo il loro desiderio e lo esprimono soltanto in seguito. Ancora più spiccata è la condizione lesbica in quanto da parte della famiglia la mancata condizione di madre rende il riconoscimento della loro diversità ancora più difficile. L’identità sessuale non sempre è chiara e spesso mette la persona in una condizione molto critica perchè non riesce a capire cosa vuole veramente. Perciò, oggi scopriamo nei nostri studi moltissime persone che vivono in un rapporto eterosessuale con figli benchè abbiano da tempo scoperto di essere omosessuali. Tutte queste problematiche concorrono a farli permanere in un limbo nel quale scelgono di masturbarsi in continuazione davanti a scene pornografiche. La condizione di chiara e soddisfacente espressione della propria sessualità in una relazione sentimentale appagante diventa spesso l’obiettivo non raggiunto di moltissimi gay e lesbiche.
7. Sei sposato o convivi ?
Si 71 (27,3%)
No 189 (72,7)
La condizione di persona impegnata sul piano sentimentale richiama subito i numerosi doveri coniugali che spesso l’uomo fatica a rispettare tanto più quando si trova in una condizione nella quale ha perduto l’attrazione per la propria compagna, quando, invece, sente fortemente il richiamo del porno. Adesso sente l’impotenza quando prima si sentiva onnipotente di fronte al forte richiamo. Una persona vittima dell’abitudine al porno ha sostituito l’amore per la propria donna con l’amore per qualcosa che praticamente non ha nulla a che vedere con i suoi interessi attuali, qualcosa di etereo, insignificante. L’uomo sposato o convivente, non si è domandato, quando ha dato la sua parola, in dovere di chiarire alla propria compagna il suo difetto. Anzi, molti non credono ancora di avere un cattivo difetto, prima di rendersene veramente conto. Qualcuno non se ne renderà conto mai e confonderà il suo vizio come una caratteristica mascolina naturale.
8. Hai una fidanzata?
Si 95 (36,5%)
No 165 (63,5%)
I giovani si appassionano e scoprono il sesso sensa una conoscenza affettiva conseguente. I ragazzi fanno quello che vedono fare e dicono quello che sentono dire dalle persone significative intorno a loro. Perciò, spesso riproducono i valori dominanti nella famiglia. Le ragazze possono essere considerate solo oggetti da sottomettere sessualmente e quindi il sesso è distinto dai sentimenti. Spesso si diventa uomini con l’idea che non è necessario avere sempre la stessa donna. Sempre più spesso i modelli dominanti che vengono trasmessi sono quelli del bello che ha un sacco di ragazze e ne cambia in continuazione; che l’importante nella vita è vincere. Anche nel sesso si diventa competitivi: a chi ce l’ha più grande, a chi è più potente sessualmente, a chi lascia prima. Sempe di più si sta assieme per passare il tempo, si vive una sempre più forte gelosia solo per il possesso e non perchè si vuole l’altro felice. Il rispetto si sottomette ai canoni del principio dominante che l’uomo è cacciatore mentre la donna deve essere fedele. Il circuito del porno è rispettoso di questi canoni e la donna che tradisce è perversa ed eccita di più per questo. Viceversa, l’uomo che tradisce non è eccitante ma quello dominatore si. Avere una fidanzata è un indice di quanto un ragazzo esce di casa, altrimenti rimane chiuso in una prigione senza volerlo. Oggi più di ieri i ragazzi non si cercano una ragazza perchè non riescono più a vedere la relazione come l’aspetto principale.
9. Hai figli?
Si 43 (16,5%)
No 217 (83,5%)
Avere figli è una grande responsabilità che fa da moltiplicatore della vergogna nella patologia in oggetto. La vergogna è il sentimento negativo che riduce ulteriormente le competenze genitoriali di un uomo con figli. Avere figli all’interno di un quadro familiare per uomini che si rendono colpevoli, amplifica l’immagine negativa che ciascuno ha di sé, vista anche con gli occhi di una moglie o, comunque, di una compagna che presenta il padre ai figli privo della responsabilità nei loro confronti e con la vergogna di una colpa grave. Quindi, non solo la colpa di non essere in grado di soddisfare la propria donna, ma anche quella di sentirsi un inetto e un cattivo esempio. Questo sentimento strugge l’uomo e, in mancanza della volontà per ottenere un qualche cambiamento, lo conduce ad una disperazione tale da trasformarla in rabbia contro se stesso e contro i propri cari. La maggior parte dei soggetti non ha figli sia per l’età sia per una condizione che ritarda di molto la scelta sentimentale.
10. Sei osservante la tua religione?
a) Si 72 (27,7%)
b) Abbastanza 182 (70,0%)
c) No 6 (2,3%)
Sentirsi parte di una religione vuol dire avere dalla propria una risorsa importante. Una vero e proprio fattore protettivo che può essere chiamato in ballo in questi casi. Infatti il devoto ha un santo a cui affidarsi, una risorsa da mettere in campo per riporre la sua fiducia e a cui affidarsi senza indugio. La forza interiore di persone con una profonda coscienza religiosa trovano in essa la forza giusta per uscirne. Le persone si vergognano prima verso Dio e perciò pregano e poi ottengono il conforto per uscirne. In alcuni non funziona così. Ho seguito persone che proprio per la loro fede non riuscivano a trovare la forza per uscirne. La vergogna era tale che vivevano la loro religiosità nei confronti di un’autorità non concepita clemente e perciò con profondi effetti autodistruttivi. Queste persone si costringevano a umiliazioni del corpo per espiare il peccato, ma non riuscivano a liberarsi del male in quanto esso era diventato l’essenza stessa del loro giusto agire.
11. Quanti anni hai?
a) Meno di 18 45 (17,25%)
b) da 19 a 40 159 (61,25%)
c) più di 40 56 (21,50%)
Oltre il 61 percento delle persone che hanno compilato il questionario hanno un’età tra 19 e 40 anni. E’ l’età dove è massima la facoltà generativa. Ma il dato veramente più significativo è quello che si riferisce al 17,25% rappresentato dai minorenni. Una percentuale, secondo me, ancora più bassa di tutti i ragazzi minorenni che frequentano siti porno. Probabilmente quelli che hanno ritenuto rispondere al questionario l’hanno fatto perchè sono già preoccupati. Sono anche quelli che hanno affermato di sentirsi “appagati e soddisfatti” in quanto vivono ancora il fenomeno senza sensi di colpa. Come se il loro fosse un diritto al piacere. Io direi che loro dovrebbero fare invece la conoscenza del diritto all’amore piuttosto che al piacere. La condizione è molto diversa per coloro che a più di 40 anni si trovano alle prese con un vizio che li perseguita da oltre 30 anni. Sono coloro che hanno conosciuto le video cassette quando internet non era ancora così presente. Queste persone possono più facilmente dei ventenni uscirne. Però hanno contro il fatto che la dipendenza è più consolidata in loro.
12. Hai avuto traumi da piccolo o una educazione molto severa?
a) Si 72 (27,5%)
b) Abbastanza 178 (68,75%)
c) No 10 (3,75%)
Questa domanda ha lo scopo di capire se alla base della vulnerabilità alla pornografia c’è stato un trauma sessuale, un abuso o una educazione particolarmente severa. 72 persone hanno risposto “si”, più di un quarto del campione. Si tratta di un numero abbastanza rilevante, se immaginiamo di rapportarlo ad un campione di popolazione normale. Se consideriamo la gran quantità di coloro che hanno risposto “abbastanza” trtoveremo un numero veramente notevole: il 96%. A spiegazione di questa gran quantità di risposte affermative e semi affermative penso vada considerato l’aspetto psicologico che fa pensare che se c’è una anomalia nel comportamento ci dovrà pur essere un trauma del passato. L’accondiscendenza funziona come auto assoluzione e ritarda la presa di coscienza dell’individuo. Per porsi in modo responsabile bisognerebbe ammettere le personali responsabilità nella cosa e provvedere alle necessarie alternative per liberarsene.
13. Hai difficoltà a mantenere l’erezione con la tua compagna ?
a) Si 30 (11,5%)
b) Abbastanza 73 (28,1%)
c) No 157 (60,4%)
Il motivo per cui un uomo in buono stato fisico e in età riproduttiva non riesce a mantenere l’erezione con la sua compagna è perchè è venuta meno l’attrazione sessuale. Il motivo nel nostro caso è dovuto all’attrattiva che rivestono sempre di più le immagini pornografiche. L’esercizio prolungato negli anni ha l’effetto di una droga e sostituisce col tempo il corpo di una donna vera. In questo modo vengono a rovinarsi molti rapporti sentimentali e coniugali. Spesso la freddezza viene giustificata e il tempo diventa l’alibi della “solita minestra”. Si rende responsabile l’effetto Cooledge, che lavora contro per cui le altre risultano più attraenti, funziona così anche negli animali. Ma nel nostro campione queli che hanno problemi a mantenere l’erezione con la propria compagna non sembrano la maggioranza. Oltre l’11 percento ha chiaramente il problema e questo dovrà essere spiegato con le immagini porno che nella loro testa hanno il sopravvento.
14. Cerchi di evitare di avere rapporti regolari con lei?
a) Si 30 (11,6%)
b) Abbastanza 67 (25,7%)
c) No 163 (62,7%)
La risposta a questa domanda dovrebbe confermare il dato emerso dalla domanda precedente. Infatti, i numeri sono quasi sovrapponibili, a dimostrazione del fatto che coloro i quali hanno difficoltà sessuali con la propria partner queste sono in gran parte dovute a motivi di alienazione da porno.
15. Ti da fastidio se la/il tua/o compagna/o prova a masturbarti?
a) Si 18 (6,9%)
b) Abbastanza 22 (8,5%)
c) No 220 (84,6%)
Anche questo dato dovrebbe confermare, assieme ai due precedenti, una difficoltà nell’espressione della propria sessualità con la proria partner. Invece, mi sembra che non lo faccia. Infatti, la stragrande maggioranza de campione disconferma. La conclusione che mi sembra più giusta si riferisce al fatto che la masturbazione verrebbe considerata dalle coppie un mezzo più sbrigativo e solidale, sostitutivo dell’amplesso. La masturbazione, al di la del fatto che non implicando una penetrazione abbatte lo sforzo fisico ed elimina la performance della penetrazione. Può per questo essere considerata un ottimo mezzo per fare da surrogato all’amplesso, più impegnativo. Essendo, però la richiesta solo rispetto all’uomo, la masturbazione potrebbe essere considerata in questo caso, un mezzo insoddisfacente per la donna di compensazione dell’amplesso. Ciò confermerebbe le difficoltà sessuali della coppia.
16. Hai difficoltà alla penetrazione?
a) Si 19 (7,3%)
b) Abbastanza 51 (19,5%)
c) No 190 (73,2%)
Il dato seguente sembra avere un valore essenzialmente casuale. Infatti, le difficoltà alla penetrazione sembrano riguardare una netta minoranza del campione. Sembrano, inoltre, in controtendenza alla domanda 14 ma di più alla domandan. 13, la quale chiede se hai difficoltà a mantenere l’erezione con la tua compagna. Essendo l’erezione indispensabile per poter ottenere la penetrazione, dei 30 soggetti che hanno risposto “si” alla domanda 13 ne mancano una decina di quelli che hanno risposto “si” a questa domanda. Il dato del 73% che ha risposto “no” sembra essere davanti ad un campione preso a caso dalla popolazione generale e non da un campione di persone con problemi di questo genere. Dovremo ritornare su questa specifica domanda per spiegarci il dato apparentemente anomalo.
17. Hai acquisito una delle abitudini seguenti ? (Parafilie):
Parafilia
Eccitamento sessuale (comportamento o fantasia) derivante da…
Esibizionismo
Mostrare a un estraneo i propri genitali, talvolta anche masturbandosi
Feticismo
Venerazione di oggetti inanimati quali scarpe e biancheria intima femminili
Frotteurismo
Toccare una persona non consenziente o strofinarsi contro di essa
Pedofilia
Attività sessuale con bambini prepuberi di non più di 13 anni
Masochismo sessuale
Atto reale (non simulato) di essere umiliato, picchiato, legato o fatto soffrire in qualche altro modo, di subire sofferenze o umiliazioni
Sadismo sessuale
Azioni reali (non simulate) che inducono sofferenza psicologica o fisica nella vittima
Feticismo da travestimento
Travestirsi con abiti dell’altro sesso (l’atto viene compiuto da un maschio eterosessuale)
Voyeurismo
Osservare (non visti) persone che si spogliano, sono nude o hanno rapporti sessuali
SI NO
63 (24%) 157 (76%)
Le parafilie rappresentano una serie di comportamenti e atteggiamenti devianti rispetto a quello che si intende la normale motivazione sessuale. Nella loro varietà si può leggere anche la diversa pericolosità e gravità. Si va dal travestitismo al voyerismo a forme ben più gravi quali il sadismo e la pedofilia, che possono avere conseguenze sugli altri di notevole grado. Difficilmente le persone sono in grado di ammettere la loro devianza e hanno perciò bisogno di un ambiente di anonimato. Il dato del 24 percento mi sembra un dato rilevante, ma non sappiamo a quali aspetti si riferisce. Il piacere sessuale ha molteplici aspetti che rasentano certe pericolosità, ma nel nostro caso pensiamo che il culto praticato mediante forme diverse possa alimentare una tendenza alla compulsione esagerata con veri e propri atti parossistici. Non sta a noi stabilire dove passa una eventuale normalità in questi fenomeni. E’ l’individuo stesso a chiedere aiuto nei casi di volontà di cambiamento per infelicità.
18. Normalmente hai sempre preferito fare una vita ritirata
a) Si 74 (28,4%)
b) Abbastanza 105 (40,4%)
c) No 81 (37,2%)
Con questa domanda ci troviamo nell’aspetto personologico del questionario. L’indagine vuole scoprire se nella popolazione che si sta esaminando in quale misura è presente una tendenza a considerare certe manifestazioni come rissultato di una chiusura. Le persone agiscono in virtù di convinzioni e stati mentali. L’atteggiamento nei confronti degli altri, unito a sentimenti di estraneazione e vulnerabilità sono alla base di comportamenti di chiusura. La chiusura tende all’incomunicabilità e a considerare se stessi gli unici referenti e a soddisfare quasi unicamente le proprie richieste istintive. Nessuno potrà entrare facilmente nel loro universo limitato. Le persone hanno risposto con una certa acquiescenza in quanto sembra veramente anomalo che quasi il 69 percento del campione abbia risposto affermativamente o in modo dubitativo. E’ anche vero che “fare una vita ritirata” assume diversi significati per le persone, per cui si vuole anche dare di sé una immagine bonaria rispondendo affermativamente. C’è, però un altro aspetto da considerare quale può essere essenzialmente il dato letterale: il campione risponde in maggioranza affermativamente perchè c’è effettivamente una preponderanza di individui tendenti alla chiusura.
19. Ami la vita all’aria aperta
a) Si 136 (52,0%)
b) Abbastanza 93 (35,7%)
c) No 31 (22,0%)
Questa domanda rappresenta una contro prova alla domanda precedente. Coloro che hanno risposto “si”, oppure “abbastanza” alla domanda precedente, dovrebbero rispondere “no” o “abbastanza” a questa domanda. Il campione sembra effettivamente rispondere proprio secondo questa considerazione.Infatti, abbiamo dati molto simili anche se non sovrapponibili a quelli precedenti. Allora potremo concludere che sul piano psicologico un certo numero di persone hanno la tendenza alla chiusura più della popolazione generale (presunta).
Questo dato dovrebbe essere confermato da ricerche di cui non conosciamo l’esistenza, ma, qualora dovessero esistere dovremmo fare le opportune considerazioni conclusive. In attesa di questi dati facciamo lo stesse delle considerazioni che rimangono in un certo senso provvisorie, come dati che attendono una conferma.
20. Pensi che la colpa delle tue difficoltà sia di qualcuno e non tua
a) Si 26 (10,1%)
b) Abbastanza 70 (26,9%)
c) No 164 (63,0%)
Anche per questa domanda ci troviamo di fronte ad una espressione di carattere psicologico. Molte persone sembrano alleviare la loro colpa se attribuiscono agli altri o alle difficoltà della vita le loro scelte discraziate. Così, se si da la colpa alle condizione difficili dell’infanzia o dell’adolescenza o agli altri che non sono stati bravi genitori loro si sentono assolti o almeno, meno colpevoli. In questo modo giustificano a se stessi e agli altri la loro incapacità a decidere di cambiare. Certo, questo non è un atteggiamento dilagante, ma l’abbiamo osservato in più occasioni. Certamente bisogna che noi evitiamo l’errore di confondere i veri effetti di abusi e violenze con questo atteggiamento miserevole. Quindi, nel nostro campione sono presenti anche persone che hanno subito abusi e violenze. La distinzione la potremmo fare confrontando i risultati della domanda 12 (“Hai avuto traumi da piccolo o una educazione molto severa?”) con questi. Se lo facciamo troviamo che le 26 persone che hanno risposto che la colpa delle proprie difficoltà siano di qualcunaltro sono una parte delle 72 della 12, in cui, tutti gli altri si riferiscono alla ingiurie di una educazione molto severa. Questa è la nostra ipotesi. Comunque, se questo è vero allora vuol dire che 26 persone su 260 (il 10 per cento) sono state vittime di abusi o violenze sessuali.
21. Solitamente sei abituato ad affrontare il cambiamento
a) Si 117 (45,0%)
b) Abbastanza 99 (38,0%)
c) No 44 (17,0%)
Come potete vedere il 45 per cento del campione afferma di essere disposto ad affrontare il cambiamento. Non sappiamo se questo è un auspicio oppure una tendenza naturale che sentono. Comunque, ci sembra che sia importante. Come è anche molto importanza il 17 per cento di coloro che sentono di non essere in grado di affrontare il cambiamento, per scoraggiamento, visto che non sono riusciti ad ottenere i risultati sperati quando hanno deciso di sollevarsi dalla dipendenza alla pornografia. Comunque, queste persone sono veramente tante alle quali bisognerebbe dare un conforto e speranze vere per poter cambiare la situazione attuale. E’ sulla volontà di cambiamento che si basa il nostro lavoro. Ma bisogna pure ammettere che tante di queste persone manifestano una tendenza alla chiusura per ragioni diverse. Quindi, stiamo entrando in una complessità che prevede la molteplicità dei fattori personali in gioco che potrebbero essere affrontati in una situazione psicoterapeutica individuale oppure in un gruppo di auto aiuto o assistiti terapeuticamente.
22. Ami la solitudine e disprezzi la compagnia
a) Si 31 (11,9%)
b) Abbastanza 123 (47,3%)
c) No 106 (40,8%)
Abbiamo visto fino ad ora, che la molteplicità dei fattori di personalità in gioco aumenta. In questo quesito bisogna confermare la tendenza alla chiusura ma si aggiunge anche un ulteriore elemento di contrarietà alla compagnia. Siamo alla presenza di un ancora più chiaro modo di intendere il rapporto con gli altri. Siamo in condizioni di quasi paranoia verso una tendenza di fobia sociale. Hanno risposto affermativamente quasi il 12% del campione, che, unito ai 123 che manifestano la tendenza con un “abbastanza” siamo oltre il 50 per cento del campione. Un dato veramente sorprendente che si giustificherebbe anche con un accesso di senso di colpa e di commiserazione. Il dato, però ci sembra molto interessante in quanto confermerebbe un’altra nostra ipotesi circa la personalità tendente al narcisismo di queste persone, nei tratti che riguardano la difficoltà al rapporto intimo, all’esibizionismo ed egocentrismo insito nel tratto di perssonalità.
23. Quando decidi qualcosa non sei facilmente disposto a rinunciare
a) Si 82 (31,5%)
b) Abbastanza 135 (51,9%)
c) No 43 (16,6%)
In questa domanda vogliamo conoscere ancora una tendenza di personalità, questa volta un tratto positivo, che dà alla persona un elemento protettivo come può essere la costanza nei comportamenti e la perseveranza negli obiettivi. Ci sono anche costoro nel pubblico sensibile alla pornografia, specialmente se unito a questi tratti positivi possiede anche quelli determinanti il profilo del disturbo narcisista di personalità. Alla domanda risponde “si” solo una minoranza del 31,5% del campione. Se, però aggiungiamo la gran parte delle risposte quasi positive costituite dal quasi 52 per cento di “abbastanza”, arriviamo ad una maggioranza netta di individui che crede di avere i requisiti giusti per affrontare il cambiamento. Questo ci sembra un dato abbastanza ottimistico per affrontare e vincere sulla dipendenza pornografica.
24. Hai difficoltà a stare con gli altri
a) Si 22 (8,4%)
b) Abbastanza 105 (40,4%)
c) No 133 (51,2%)
la scelta di una vita ritirata, al chiuso, con difficoltà a stare con gli altri definisce, ancora con maggior precisione una tendenza che alimenta e giustifica il retaggio pornografico. Ma anche tutte quelle tendenze che vanno dalla radicalizzazione religiosa alle complesse tendenze mistiche , dal comportamento pregiudizievole e anticonformista alle tendenze esotiche e individualistiche, dai comportamenti bizzarri a quelli di sfiducia, sospettosità e estraneazione che rasentano o completano un atteggiamento paranoide di personalità. Il quadro descritto se definire una etichetta non ci aiuta a tirar fuori le persone da una certa condizione però ci aiuta a spiegarci cosa fare, davanti a tale quadro di riferimento diagnostico. Le persone, si sa, non sono definibili in termini psico patologici altrimenti le perdiamo. In questa sede ci preme stabilire dei principi e dei valori da porre a capo di comprtamenti definiti. Sono questi comportamenti che dobbiamo prendere a esempio per adottare una strategia per il cambiamento.
25. Non ami i luoghi affollati
a) Si 32 (22,7%)
b) Abbastanza; 117 (45,0%)
c) No 111 (42,3%)
Questa domanda chiede conferma dell’altra sulla preferenza della vita all’aria aperta. E in effetti risponde in modo coerente: le 260 persone facenti parte del nostro campione rispondono con coerenza. Si, sono sempre le stesse, sono coerenti e sono vere persone. Come potete vedere dai risultati il 32 per cento risponde decisamente che non ama i luoghi affollati, che, uniti ai 117 che rispondono ammettendo una certa tendenza a sfuggirne, fanno un netto 67 %, un numero decisamente notevole. Siamo, quindi davvero davanti a un numero notevole di persone che non ama i luoghi affollati. Ciò richiama i commenti che abbiamo fatto all’analisi della risposta precedente sulle cayse psicologiche e le implicazioni sociali.
26. Hai difficoltà ad ammettere di avere torto
a) Si 58 (26,4%)
b) Abbastanza 118 (45,3%)
c) No 84 (32,3%)
L’elemento di personalità che prendiamo in considerazione in questa domanda riguarda la propensione ad accettare il punto di vista altrui come elemento di rigidità nelle relazioni personali. Anche questo elemento fa parte dello spettro narcisistico. Come vedete, le risposte tendono a confermare iol quadro presentato e a stabilire che nel campione c’è una forte tendenza alla natura nercisistica dei comportamenti messi in atto. Il modo di pensare, però, va oltre gli schemi preordinati e qui vogliamo definire meglio il nostro atteggiamento nei confronti della cosiddetta pcicologia ufficiale che fa diagnosi e terapie formali. Le persone che abbiamo davanti ci hanno abbondantemente fornito ragioni per ritenere che il cambiamento aspetta tutti in una certa misura. Noi stessi dobbiasmo sorprenderci davanti alla meraviglia della mente umana che ci fornisce ogni giorno la dimostrazione che la stessa medicina è una scinza imperfetta essendo la natura umana di una complessità tale da aspettarci qualsiasi trasformazione in chiunque. Perciò anche per voi, i dati appena proposti in questo libro hanno bisogno di essere presi con le dovute cautele. Abbiate più fiducia in voi e nelle vostre possibilità quando intraprenderete un percorso a cui crdete. Non lasciatevi sviare e siate fiduciosi che la vita offre una gamma di possibilità ben più ampie e impreviste.
Punteggi
Punteggio 26–43 LIVELLO 1 delle buone possibilità (Codice verde). Se sei arrivato a questo punteggio è perchè i tuoi indici del danno sono ancora a livelli minimi. Ciò vuol dire anche che hai requisiti favorevoli sia di personalità che di “ancoraggio” utili a farti risolvere il problema entro pochi mesi. Stai comunque attento alle ricadute. Ma tu saprai tenerle sotto controllo e all’occorrenza saprai ricorrere ai giusti mezzi per recuperare.
Punteggio 44-60 LIVELLO 2 delle discrete possibilità (Codice giallo). Il punteggio ricavato dalle tue risposte depone per una situazione di media gravità. Questo vuol dire che dovrai stare attento a rispettare tutte le raccomandazioni che ti vengono fatte durante il corso e ogni volta farai il monitoraggio (“a che punto sto?”) dell’intero percorso. Avrai bisogno forse di un ulteriore sostegno per uscirne definitivamente e ti ci vorrà qualche mese in più. Ricordati che occorre cambiare il proprio stile di vita in questi casi e approntare una adeguata strategia per recuperare gli esiti delle ricadute.
Punteggio 61-78 LIVELLO 3 delle complesse possibilità (Codice rosso). Le risposte alle domande depongono per una situazione di media-alta gravità sia per l’eccessiva durata che per le eventuali complicazioni e per il profilo di personalità. Ma questo non ti deve far demordere vorrà dire che quando avrai superato il tuo problema ti sentirai ancora più orgoglioso. Vorrà dire che impiegherai qualche mese in più. Oltre alle risorse che tu hai messo in cantiere per affrontare la malattia avrai bisogno anche di un sostegno psicologico che ti accompagni nel corso dei prossimi due anni.
Punteggi attribuiti alle risposte (Massima gravità; codice rosso;
Il punteggio minimo, cioè 26, lo ottiene chi risponde in questo modo: tutti 1 alle risposte (26×1=26)
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