fbpx

Comunicazione paradossale

Comunicazione paradossale

La comunicazione paradossale

     Il filosofo Karl Popper sosteneva, scherzando, di avere spedito ad un amico il seguente messaggio*:

     Caro MG
Ti prego di rispedirmi questa cartolina, abbi però cura di scrivere “sì”, o qualunque altro segno di tua scelta, nel rettangolo vuoto a sinistra della mia firma se, e soltanto se, ritieni legittimamente predire che io, ricevendo di ritorno la cartolina troverò questo spazio ancora vuoto.

Cordialmente
K.R. Popper

 

A questo punto se vi sentite un poco confusi non vi impressionate. Si tratta di un messaggio paradossale.

     I messaggi paradossali hanno la caratteristica di contenere affermazioni che si contraddicono, per cui una affermazione esclude l’altra.

Dato che la nostra mente ha bisogno di comprendere, si crea un defoult, una confusione che fa bloccare il pensiero.

Tornando ripetutamente sul significato cercheremo di dare senso alle affermazioni in toto ma senza riuscirci.

    Gli effetti possono essere decisamente destabilizzanti e, nelle relazioni significative, creare un black out della mente e una deviazione del pensiero con influenze sulla percezione.

     Nella lettera si chiede di mettere un segno nel rettangolo vuoto ma alla condizione che il ricevente troverà quello spazio vuoto. Se metto un segno, quello rimarrà, a meno che non usi un inchiostro che si scolori col tempo. Questa può essere una soluzione, ma è molto fantasiosa, cioè illogica. Perchè mai dovrei scrivere qualcosa destinata a te se poi deve scomparire ?

paradosso6

     

 

 

 

 

 

    Un paradosso, è un ragionamento che appare contraddittorio, ma che deve essere accettato, oppure un ragionamento che appare corretto, ma che porta a una contraddizione: si tratta, secondo la definizione che ne dà Mark Sainsbury, di “una conclusione apparentemente inaccettabile, che deriva da premesse apparentemente accettabili per mezzo di un ragionamento apparentemente accettabile”.
Il paradosso più antico è quello di Epimenide Cretese, che diceva: “Tutti i cretesi sono bugiardi.” Se Epimenide dice la verità, la sua affermazione non è valida, in quanto è membro di una classe – i Cretesi – che è stata definita come una classe di mentitori. Se Epimenide dice il falso e tutti i cretesi non sono bugiardi, la sua affermazione non è valida, perchè sta includendo se stesso, un bugiardo, in una descrizione dei membri di una classe composta di persone che dicono la verità. (Da Gurman e K.).

    Nel romanzo di J. Heller, Comma 22, Yossarian è un pilota americano durante la seconda guerra mondiale che sente di diventare pazzo per le continue incursioni aeree che è costretto a compiere. Yossarian ne parla con il dottor Daneeka, l’ufficiale medico di volo. L’ufficiale medico, usando come esempio un altro pilota, un certo Orr:

“E’ pazzo Orr ?”,
“Certo che lo è”, disse il dottor Daneeka,
“Puoi esonerarlo ?”,
“Certo che posso. Ma prima lui deve chiedermelo. Questo fa parte della regola”.
“E allora perchè non te lo chiede?”.
“Perchè è pazzo”, disse il dottor Daneeka. “Deve
essere pazzo per il fatto che continua a volare dopo aver sfiorato la morte così tante volte. Certo, posso esonerare Orr. Ma prima deve chiedermelo lui”,
“Questo è tutto quello che deve fare per essere esonerato ?”,
“Questo è tutto. Basta che me lo chieda”,
“Allora, dopo che lui te l’ha chiesto, puoi esonerarlo?”,
“No, dopo non posso esonerarlo”,
“Vuoi dire che c’è un comma (Catch si traduce anche con “tranello” in inglese)?”,
“Certo che c’è un comma”, rispose il dottor Daneeka. “Il comma 22. Tutti quelli che desiderano essere esonerati dal volo attivo non sono veramente pazzi”.
(Da P. Watzlawick, La realtà della realtà)

 

     Non vi sarà sfuggita l’ultima volta che siete incappati in un dialogo paradossale che vi stava facendo impazzire. Adesso potete riconoscere quando intraprendete una comunicazione paradossale. Se ne avete la possibilità comunicatemelo ne faremo una raccolta da comunicare ai nostri comuni amici.

A presto.

Prenota un appuntamento telefonico col dottor Mancino