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Egosintonico e egodistonico

Egosintonico e egodistonico

Egosintonico e egodistonico sono i due aspetti opposti della consapevolezza di avere un problema.

In psicologia si dice egosintonico un qualsiasi comportamento, sentimento o idea che sia in armonia con i bisogni e desideri dell’Io, o coerente con l’immagine di sé del soggetto.

Viceversa, si dice egodistonico, qualunque comportamento o idea che non sia in armonia con i bisogni dell’Io, o specificatamente coerente con l’immagine e la percezione di sé che ha il soggetto.
Si definiscono egosintonici anche pensieri, sintomi, convinzioni e caratteristiche psicologiche che la persona sente come parte di sé, conseguenze naturali del proprio modo di essere.

I problemi psicologici che le persone ci portano nei nostri studi possono essere classificati in molti modi diversi.

Per esempio, si può distinguere fra problemi a base ansiosa e a base depressiva, cioè fra quelli in cui la componente principale è l’ansia o la depressione.

Tocca a noi anche individuare nel setting psicologico se la persona è più o meno disposta a collaborare nonostante la sua richiesta sia alquanto esplicita.

Si tratta quindi, in certi casi di più o meno egodistonia cioè se nelle sue convinzioni più profonde il paziente sia veramente consapevole di essere portatore di un problema o avere un problema di cui vuole liberarsi.
Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, quindi, non tutti i problemi psicologici sono egodistonici.

     Sia i sintomi di un disturbo, sia le caratteristiche individuali che ne hanno facilitato l’insorgenza possono essere egosintonici o egodistonici.

Se sono egosintonici, significa che la persona li giudica come parte di sé, come caratteristiche o conseguenze del proprio naturale modo di essere. L’affermazione che più è segno dell’egosintonia della persona nei confronti di un problema è:

Sono fatto così, non posso farci niente

       Uno dei disturbi che tende più facilmente ad essere di segno opposto è l’Anoressia nervosa.

Le pazienti anoressiche hanno convinzioni profonde e radicatissime sulla bellezza fisica, su come deve presentarsi un corpo per essere attraente, su quale alimentazione è giusto seguire, su come rapportarsi con gli altri e con se stesse. Non è un caso che questo disturbo colpisca persone in genere perfezioniste e con bassa autostima.

Ciascun disturbo psicologico, tendenzialmente, è più o meno egosintonico o egodistonico.

Contrariamente alla egosintonia un paziente con attacchi di panico sarà pronto a dire che la sua nuova condizione è particolarmente penosa e difficile e che ha assolutamente bisogno di aiuto.

Attacchi di panico

Attacco di panico

Il disturbo di panico è pertanto tipicamente un problema che tende ad essere egodistonico. La persona che ne soffre ne è spaventata, invalidata e quasi sempre di conseguenza è piuttosto motivata a superare il problema.

             La particolare convinzione della persona e, di conseguenza, il comportamento corrispondente di essa possono facilitare la psicoterapia oppure renderla difficile.

Se prendiamo ad esempio, in considerazione i disturbi di personalità vediamo che, come ogni altro disturbo di personalità, anche il Disturbo Borderline di Personalità è egosintonico, ovvero la persona non riconosce i sintomi come parte di un disturbo ma semplicemente come uno stato di esistenza.

Le persone con questo disturbo si riferiscono a se stesse affermando “sono fatto così, non posso farci niente”.

Questa egosintonia non permette ai pazienti di chiedere aiuto, e, quando lo fanno, nella maggior parte dei casi, è per problematiche che non riconoscono quale parte integrante della propria condizione disfunzionale di personalità, mostrando spesso uno scarso livello di insight.

I diversi disturbi classificati dalla psicologia ufficiale (vedi il DSM-5) vengono distinti, oltre che per la loro specificità, anche per la loro pervasività o intensità.

[Detto per inciso, sfortunatamente, coloro che leggono questo articolo non prendono le dovute distanze dalla classificazione nosologica e cadono in quelle che vengono definite malattie idiopatiche, ovvero, procurano alterazioni emotive solo a pensare di essere malati di qualche disturbo. Avverto perciò, i gentili lettori, di tenersi lontani da tali classificazioni che producono esse stesse la malattia in moltissimi casi.]

Chi soffre del Disturbo Evitante di Personalità ha un comportamento diffusamente evitante, cioè tende a evitare quasi tutte le situazioni che prevedono l’interazione con altre persone o l’esecuzione di una qualsiasi performance in pubblico, mentre chi soffre di Fobia Sociale, invece, tende a evitare un minor numero di situazioni ed essere a proprio agio in molte altre. Questo secondo disturbo, quindi, si distingue per una minore pervasività.

La sintonia con le proprie caratteristiche personali nelle relazioni sociali potrebbe risultare problematica qualora gli altri ne riconoscessero, invece, tratti peculiari di problematicità come può spesso essere considerato un comportamento bizzarro.
Di per se il comportamento bizzarro non ha nulla di patologico ma talvolta, può subire qualche censura.

Spesso modalità perbeniste e moralistiche ne pregiudicano la libera espressione.

Per il passato nei nostri contesti sociali venivano inibiti comportamenti della donna che desiderava emanciparsi dalla sottomissione a regole sociali discriminatorie e umilianti – come viene descritto brillantemente nel film di Pietro Germi, “Sedotta e abbandonata”, 1964.

Vieppiù il comportamento bizzarro è una caratteristica delle personalità che spiccano per qualità artistiche e creatività.
Mentre da un lato una persona pur vivendo in modo inusuale e bizzarro può ritenersi soddisfatta e realizzata, dall’altra giovani con tendenze all’isolamento sociale potrebbero richiedere l’aiuto di uno psicologo pur non apparendo bisognevoli di alcun aiuto.

Una delle condizioni più chiaramente egosintoniche è quella del barbone il quale spesso decide di affrontare privazioni e rischi scambiati con una condizione emotiva più favorevole.

In alcuni disturbi pur importanti le persone manifestano gravi forme oppositive o enorme smania di controllo su qualcun altro essendo affette da stati maniacali, paranoici o deliranti.

Ebbene, si riscontra solo raramente il ricorso di queste persone all’aiuto psicologico. Esse spesso rifiutano l’aiuto pur essendo in preda a forme di scissione della personalità e stati deliranti e mistici.

Molti patrioti e santi si sono espressi per il passato con atti eroici e gesta di sacrificio personale. Se non fosse stato per la loro caratteristica, rara nelle persone, non si sarebbero avuti gesti di tale idealità e altruismo.

Un discorso simile ma ricco di connotazioni moralistiche è quello di certe forme di scissione della personalità in campo sessuale e tutti i cosiddetti disturbi che vanno sotto il nome di Parafilie (una volta chiamati deviazioni sessuali o perversioni).


Pochi disturbi psichiatrici sono intrisi di toni moralistici come lo sono quelle tendenze sessuali che vanno sotto il nome di parafilie e che comprendono comportamenti quali la pedofilia, il feticismo, il voyerismo, il frotterismo, il masochismo e il sadismo sessuale, l’esibizionismo e il feticismo da travestimento.

Una gamma di comportamenti variamente perseguibili dal punto di vista penale ma tutti racchiusi in un unica tassonomia dal punto di vista psicologico.

Inutile sottolineare che le diverse forme di Parafilie vengono percepite dai portatori del disturbo in modi totalmente diversi che vanno dalla totale estraneazione dalla dimensione patologica ad un tal grado di colpevolizzazione da fare ricorso al suicidio in taluni casi.

Motivazione alla psicoterapia
Spesso prendiamo in considerazione la distinzione fra disturbi psicologici egosintonici ed egodistonici anche per prevedere il grado di motivazione alla psicoterapia e quindi la prognosi del problema.
Ci sono anche condizioni intermedie come nel caso di persone che avendo ricevuto una educazione molto restrittiva ed autoritaria vedono essenzialmente solo questa come il loro metodo educativo. Oppure persone che avendo interiorizzato molti pregiudizi cadono in certe situazioni di prostrazione senza accorgersi che il loro disagio deriva proprio dai molti pregiudizi che hanno condiviso.

La minore o maggiore tendenza dei diversi disturbi ad essere egosintonici o egodistonici produce enormi differenze individuali nella motivazione alla psicoterapia e a lavorare per conseguire determinati risultati. Come facilmente intuibile, maggiore è il grado di egodistonia nei confronti del disturbo e delle caratteristiche psicologiche che l’hanno prodotto, maggiore sarà la motivazione a lavorare per superarlo.

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