E’ la mente che cambia se stessa. Se crediamo nelle potenzialità della nostra mente dobbiamo necessariamente sostituire le divinità con ciò che di umano c’è e scarsamente pratichiamo che è dentro noi stessi.
Se si crede nel potere trasformativo della mente si è anche in grado di credere prima di tutto nell’uomo e credere a se stessi come fenomeno naturale, olistico, “divino” e speculativo.
Colui che crede nell’uomo crede nel suo potere di autodefinirsi, di nascere come individuo e di autodeterminarsi come persona.
Credendo nell’uomo, la vita acquisterà una luce e un significato diversi. Sarà più bella, a misura di vivente, senza il terrore della morte e dei castighi eterni.
L’unica divinità risiede nell’animo dell’uomo.
Un’antica novella indù racconta che l’uomo era un Dio come tutti gli altri, solo un pò più rissoso. Allora le altre divinità si raccolsero a consulto e decisero, per il bene di tutti, che fosse opportuno togliere all’uomo la sua natura divina. Sorse il problema di dove nasconderla senza che l’uomo potesse ritrovarla.
Alcuni suggerirono di nasconderla in fondo al mare. La proposta fu scartata perchè gli dei si convinsero che l’uomo, prima o poi, l’avrebbe trovata. Altri suggerirono di nasconderla al centro della terra. Anche questa proposta venne scartata poichè, prima o poi l’avrebbe trovata anche lì.
Alla fine decisero di nasconderla in un posto dove l’uomo non l’avrebbe mai cercata: dentro il suo cuore, nel più profondo del suo essere.
La risposta ai nostri quesiti, ai nostri affanni, ai nostri problemi è proprio dentro di noi, lì dove è nascosta l’unica scintilla di divinità realmente conosciuta: quella dell’uomo.