I bambini imparano il sesso solo da internet
Volete davvero lasciare che sia la pornografia l’unico mezzo per conoscere il sesso e la sessualità?
Oggi internet è immediato e i ragazzi, che sono molto curiosi, cercano immagini e filmati di donne e uomini in posizioni “scandalose”, come si diceva un tempo. La conoscenza del sesso attraverso internet non è educativa e i nostri ragazzi sono a rischio. A rischio di cosa ?
La questione è molto importante poichè è la cattiva fruizione di internet che conduce molti ad assumere un comportamento scorretto, diseducativo e sempre più spesso patologico nella costruzione della propria identità sessuale, nella libera e consapevole espressione dei propri sentimenti e scelte sessuali.
Si, talmente patologico che è addirittura Rocco Siffredi, il re del porno italiano, ad assumere una posizione netta contro l’uso che si lascia fare ai giovani di quelle immagini.
Molti uomini adulti che l’hanno scoperto a 12-13 anni, nel segreto delle loro stanzette, ne sono rimasti avvinghiati e ora ne sono rimasti schiavizzati e trascorrono anche 7-8 ore al giorno in quella posizione come fossero drogati, invece di fare le normali attività che vorrebbero e dovrebbero per il loro bene.
Il coinvolgimento è talmente forte che la compulsione a masturbarsi assume il carattere di dipendenza psicologica che conduce a vere e proprie crisi di identità e depressive.
Non è nostra intenzione fare una crociata contro la diffusione della pornografia (sarebbe inutile e perdente) ma vorremmo che i nostri giovani potessero disporre consapevolmente dei mezzi per difendersene o, anche, evitare che le immagini forti facilmente visibili sui loro smartphone possano traumatizzarli. Perchè quelle immagini possono essere talmente pericolose da creare quello che in psicologia viene denominato “freezing”, un irrigidimento con la perdita della condizione di riconoscimento della realtà e, quindi un facilissimo assoggettamento alle eventuali richieste al coinvolgimento vero e proprio, come avviene nell’abuso.
Vorremmo che la scuola si rendesse con i suoi insegnanti e i suoi mezzi, l’interlocutore principale nei confronti della famiglia per una fruizione controllata e veritiera della sessualità trasmessa dai media e da internet. Nella misura in cui si mettesse in grado di svelarne il messaggio distorto e utilitaristico. La predisposizione di un “filtro” in grado di decodificare quelle immagini che un tempo erano classificate “per solo adulti”.
Per incominciare dobbiamo esaminare come nasce e si costruisce la sessualità di una bambina o di un bambino. Siamo tutti d’accordo che è l’ambiente familiare e le persone che si frequentano a dettare al bambino e alla bambina l’agenda di cosa penserà e quali comportamenti avrà a partire da 11 anni e per tutta la vita.
Ma c’è un aspetto dell’esperienza che ti stronca: la sessualizzazione troppo precoce in seguito al contatto con la pornografia o a condizioni troppo spinte in famiglia. Inavvertitamente l’immagine di sè cambia, nel senso di condizionarti ad un atteggiamento sessuale obbligato per essere visti o sentirsi semplicemente sexy come spesso accade anche attraverso i condizionamenti dei media. E pensare che sempre più spesso sono le famiglie che spingono le bambine ad una visione sempre più adultizzata di se stesse, influenzate dal messaggio distorto e accattivante di una certa televisione.
Alberto Pellay ha scritto un libro su questo argomento dalla parte delle ragazze, “Girl R-evolution”. Di seguito vi propongo un colloquio riportato nel suo libro.
Si tratta di un breve colloquio tra il padre e la figlia dodicenne.
<Papà, a scuola tutti parlano di sesso>.
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<Boh… qualche volta. Mi vengono in mente un sacco di dubbi e di domande. Mi sembra che tutti sappiano già tutto, facciano già tutto. Mentre io niente. Quando sento questi discorsi provo vergogna>.
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< papà ma li dovresti sentire, dicono certe cose!>
<Tipo?>
<No, non te le posso dire, papà. Mi vergogno troppo>.
<Alice, sono un medico e pure uno psicoterapeuta: le persone con me parlano di tutto. Da mattina a sera ascolto i segreti più intimi dei miei pazienti. Per cui io non mi spavento di nulla: puoi dirmi quello che vuoi in tutta tranquillità>.
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<L’amore con un ragazzo>
<Alice, magari lo dicono solo per farsi notare. A dodici anni si è ancora molto piccole. Non consiglierei a nessuno di avere un rapporto sessuale così presto>.
<Anch’io la penso così. Però quando lo dico, alcuni mi rispondono che sono una sfigata. Che diventerò una suora. Ma papà, secondo te, a che età è giusto cominciare a fare l’amore con un’altra persona?>
<No, non penso proprio. Perchè per fare l’amore tu devi avere qualcuno che ti vuole bene. Se non ce l’hai come fai a farlo?>
<Si, mi ricordo>.
<Vedi? non c’è un’età giusta e un’età sbagliata. Sono tanti altri gli aspetti per cui due decidono di fare l’amore. Ci deve essere il sentimento, prima di tutto, ma anche responsabilità, rispetto, tenerezza, condivisione, conoscenza di sè, conoscenza dell’altro, aver parlato con il ginecologo o con l’andrologo per i maschi, essersi preoccupati di prevenire le malattie a trasmissione sessuale e le gravidanze indesiderate>
<Davvero? Io pensavo che a sedici anni lo avessero già fatto tutti>
<Tipo?>
<No, non te li posso dire. Secondo me ti verrebbe un infarto>
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<Eh?>
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<Ecco, Alice, se puoi, fai in modo di andare a letto col tuo orsacchiotto ancora per un bel pò>
<Uffa, papà: tu mi vuoi far rimanere una bambina. E’ meglio che di queste cose, d’ora in avanti, ne parlo solo con la mamma>.
Wikipedia riporta la seguente definizione di dipendenza dalla pornografia:“La dipendenza dalla pornografia (in alcuni casi pornodipendenza) è una forma di compulsione caratterizzata da un abuso di visione di pornografia con o senza masturbazione, che comporta una diminuzione della qualità della propria vita personale o familiare. Al pari della masturbazione compulsiva con o senza pornografia, fa parte della più ampia dipendenza sessuale“ .
Se hai il problema non puoi dirlo a nessuno. In una intervista su 50 uomini nessuno lo ha ammesso. La maggior parte di noi detesterebbe pensare di se stesso come a un pornodipendente o anche solo come a un consumatore abituale di materiale porno. Intanto c’è chi ne fa un usa regolare. Persone come te e me. Gente normale come il tuo meccanico o il tuo dottore. Non c’è nessuna differenza tra loro e nei casi esaminati. L’aspetto comune a tutte le persone intervistate è che esse sono devastate dal
potere distruttivo della pornografia. Qualcosa che ti rimane dentro come un potere dispotico e ingannatore”.(The porn trap di W. Maltz e L. Maltz).
Le richieste di aiuto sono tantissime. Eccone alcune:
1. Salve, ho 18 anni e mi chiamo Paolo. Ho una ragazza con cui ho una vita sentimentale serena, faccio sesso serenamente ma quando ho tempo libero mi piace scaricare video porno. Ma non ne scarico molti, anche perchè poi li conservo su Cd e quindi poi li vado a rivedere quando ne ho voglia. Del tipo questa settimana ne ho scaricato 1,la prossima niente, poi magari la prossima altri due. Secondo voi sono malato, ed inoltre quali sono i criteri per capirlo?“
2. Sono Michele e ho 20 anni. Mi masturbo da quando ho 9 anni, e ho avuto il primo contatto con la pornografia un anno dopo. Allora la cosa era limitata a delle immagini soft. Le cose cambiarono all’età di 14 anni, quando guardai un video porno per la prima volta: la visione del video mi traumatizzò, ma dopo una settimana riprovai, e iniziai pian piano a sostituire le immagini con i video. La cosa mi sembrava normalissima, nessuno mi aveva mai parlato dei problemi legati al porno, né in famiglia né a scuola, così continuai ad usufruire della pornografia per gli anni successivi con una media di una “seduta” al giorno. Non mi rendevo assolutamente conto di essere diventato dipendente, e con il tempo i miei gusti peggiorarono notevolmente, cercando e guardando materiale sempre più spinto e perverso, fino ad arrivare ad eccitarmi con strane parafilie e anche video di transessuali.
3. Mi chiamo Giovanni, ho visto il mio primo porno all’età di 6 anni circa e da quel momento non ho più smesso. Mio padre era pornodipendente e non escludo che abbia ereditato da suo padre cioè mio nonno questa sbagliata visione del sesso. Ora ho 31 anni ed ho raggiunto la consapevolezza che è un problema da affrontare il prima possibile.
4. Ho problemi di sessualità, non sono spontaneo con le donne. Ho bisogno di stimolanti e farmaci per sentirmi sicuro in un rapporto con una donna. Credo siano tutte problematiche legate ad anni ed anni di pornodipendenza. Le chiedo di aiutarmi
5. Ho conosciuto un ragazzo davvero in gamba, intelligente, colto e con un’ottima carriera lavorativa … ma con grosse difficoltà nella gestione dei sentimenti.
Ogni volta che sente barcollare il suo lucido controllo nella relazione con una donna, scappa.
Negli ultimi due anni ha iniziato a rifugiarsi nelle chat. Dapprima è stato un discorso puramente di scambio intellettivo, conosceva gente e basta. Poi ha iniziato ad usare la chat per conoscere dal vivo ragazze e per portarle a letto.
6. Ho 35 anni,convivo e sto con la stessa ragazza da una vita,ben 15 anni. La trovo ancora attraente e le voglio molto bene. Nel corso di questi 15 anni è passata sopra a 3 tradimenti (che io le ho confessato) e ultimamente le ho accennato anche questo problema. Lei mi ama e cerca di starmi vicina ma non credo che si renda conto della gravità del fatto che io sono come un drogato di porno e sesso. Ogni volta mi dico che è l’ultima, o meglio, mi dicevo perchè ora so che non sarà così.
7. Mi chiamo Francesco ho 34 anni e ho un problema, credo di essere un dipendente sessuale. Non solo pornodipendente ma sesso dipendente. Come pornodipendente mi masturbo davanti al computer su siti di scambio di coppia o con amiche. A questo unisco una frequentazione di club privè accompagnando amiche, feste per scambisti, incontri con coppie. Sono arrivato a non fare altro durante la giornata. Ero uno studente brillante (molto) ma da tempo non riesco più a fare niente.
8. Vivo su di me, da anni ed anni, questa dipendenza, che credo sia dovuta alla mia mancata educazione sessuale, alle mie paure di quando ero piccolo, ai genitori sessuofobi che non mi hanno neppure insegnato a lavarmi il pisellino, che involontariamente hanno fatto di tutto per togliermi la sicurezza in me stesso.
9. Mi chiamo Salvatore, ho 35 anni e da quando ho scoperto la masturbazione all’età di 12 anni ne ho fatto un uso compulsivo sempre crescente fino ad arrivare a 3/4 volte al giorno. All’età di 20 anni ho poi scoperto i video porno su internet e da là è iniziata la mia ossessione irrefrenabile verso quel mondo cercando sempre più qualcosa di trasgressivo che mi eccitasse sempre di più perdendo completamente il contatto con la realtà.
10. A causa di questa “malattia” da sex-addicted io non ho reale desiderio di una donna se non dal punto di vista “perverso” del sesso. Questo rende tutto davvero complicato, perché pur avendo avuto la possibilità di migliorare e rifarmi una vita con una parvenza di felicità, non ho avuto la lucidità di capire che la mia malattia mi condiziona perchè mi fa sentire diverso, non sano.
11. Come Le ho già scritto, quando sono in difficoltà, e lo sono perché sono “emigrato” dalla Campania, per trovare lavoro a Milano, mi sento di morire e ricorro a quelle spiacevoli pratiche di porno-masturbazione, che mi devastano psicologicamente e mi tolgono la speranza di un miglioramento. Sono stato lasciato da mia moglie e, nei momenti di solitudine, che ora sono sempre più frequenti, penso a tutti i miei fallimenti e, soprattutto, all’incapacità, ormai, di avere una vita normale.
12. Ho 45 anni, ho un bambino ed una figlia di 11 anni. Sono stato attratto dalla pornografia sin dai primi anni della mia giovinezza, ne facevo uso in modo discontinuo, a volte compulsivo; delle volte, invece, volevo solo andare a cercare qualche nuovo porno. Questi casi erano infrequenti (circa una volta al mese) e non tali da sentirmi troppo disturbato.
Io avevo nascosto a mia moglie questa mia abitudine alla pornografia, perché sapevo che lei era molto contraria a tutto questo. Con l’avvento di internet, poi, le cose sono cambiate. Ora era disponibile una grande quantità di pornografia gratuita, al solo costo di una entrata in internet. Poiché non lo volevo usare da casa, lo usavo dal lavoro. Ho un ufficio privato ed una connessione veloce. Passavo sempre più tempo cercando porno. Ma questo porno non era abbastanza; dovevo cercare del nuovo porno. Alla fine ci dedicavo parecchie ore al giorno. Mi resi conto che avevo bisogno di aiuto.
13. Sono una ragazza di quasi 20 anni e soffro di pornodipendenza. Sin da bambina ho mostrato un interesse forse innaturale per tutto ciò che riguarda la sessualità ma non so da dove questo derivi. Sin dalla più tenera età, toccandomi mi sono resa conto di provare piacere, anche se ancora non sapevo naturalmente cosa fosse l’autoerotismo. All’età di 14 anni circa ho iniziato a vedere video porno senza masturbazione, senza ricavarne piacere. Il piacere lo provavo però nel momento in cui ripensavo a quei video e mi inventavo delle storie erotiche mentre mi toccavo nelle parti intime. Mentre facevo questo una notte ho avuto il mio primo orgasmo, a circa 16 anni, e da allora ho iniziato a cercare il raggiungimento dello stesso prima senza e poi con l’uso di video porno. Dal settembre dell’anno scorso poi ho iniziato ad avere attacchi di panico. Non riesco più a concentrarmi nello studio, cosa in cui in realtà ho sempre fatto molta fatica ma ora ancora di più…in generale, sento di non avere più il controllo di me stessa e della mia vita…ho provato a parlare di questo problema con le mie amiche più strette, ma per loro tutto ciò è normale, tuttavia io so che non è così.
14. Sono uno studente universitario. Tutto è iniziato in terza o quarta superiore. Dopo di che si può dire che non ho più smesso. Mi sono reso conto che sono affetto da questa dipendenza da troppo tempo e devo assolutamente impegnarmi per uscirne. Infatti, sento che sto varcando il punto di non ritorno.
15. Ho scoperto la masturbazione a 18 anni. Ero già attiva sessualmente, ma non avevo ancora conosciuto l’orgasmo.
Da allora nonostante la mia vita sessuale sia abbastanza attiva, non ho mai smesso di masturbarmi in modo compulsivo, più per noia che per piacere. E, soprattutto quando inizio vado avanti per ore davanti a siti porno. Inizialmente cercavo del materiale erotico, sentimentale, un po alla Harmony, ma non c è quasi nulla in giro ed è più semplice buttarsi sul porno.
Non mi preoccupa l’idea della masturbazione in se, so che è una pratica più che comune e normale! ma a volte penso di abusarne, di esagerare, di farlo perchè il piacere ogni tanto mi distoglie dai momenti di noia. Potrebbe essere legato ad una sorta di depressione forse?
Sempre più uomini e donne (perchè anche se in grado minore coinvolge anche le donne) trascurano per questa malattia, moglie e figli tanto da decidere di separarsi da loro.
Le statistiche riportano che la pratica della masturbazione compulsiva interessa il 90% dei ragazzi e il 60% delle ragazze. Si inizia a 11-12 anni e nel 40% degli uomini non si finisce più. Di questi, circa il 25% acquisisce conseguenze dannose per la propria vita affettiva e sentimentale.
i casi di cronaca e la ricerca ci aiutano ad identificare anche nuovi ambiti di rischio. E’ ampiamente dimostrato, ad esempio, che visionare contenuti pornografici, soprattutto se potenzialmente traumatizzanti, influenza il cervello plastico dei bambini e, in modo altrettanto grave, la loro visione del mondo e di ciò che considerano normale.
Oltre a scambiarsi immagini sessualmente esplicite i ragazzi sempre più facilmente fruiscono della pornografia. Alla domanda «quanto vengono visti i siti pornografici dai ragazzi della tua età», la risposta è stata «molto» nel 22% dei casi, «abbastanza» nel 51%.
Non è possibile trascurare gli importanti effetti che questa visione massiccia della pornografia può avere sullo sviluppo di bambini e adolescenti. Secondo una recente indagine inglese, il 28% degli 11-18enni ritiene che la pornografia stia cambiando la mente dei ragazzi ed influenzando il modo in cui si intendono le relazioni (Kuhn & Gallinat, 2014).
Un uomo mi rivelava che un giorno sua figlia 15-enne gli raccontava con molta naturalezza che aveva masturbato il suo amico perchè semplicemente gliel’aveva richiesto altrimenti l’avrebbe abbandonata per un’ altra.
Ran Gavrieli, un ex pornodipendente, oggi divenuto un grande divulgatore, al punto da ottenere milioni di visualizzazioni su you tube, così si esprime a proposito degli effetti del porno su internet.
Poiché abbiamo internet ovunque ormai su quasi tutti i cellulari il 90% dei 12 anni guarda porno con regolarità. La visione ha sia un effetto di assuefazione che un effetto paralizzante su di loro. Crea assuefazione perché fa sviluppare una dipendenza dal porno, ma è paralizzante perché, soprattutto fra i ragazzi e i ragazzini il porno ci insegna che come uomini abbiamo valore solo nel sesso grazie ad un pene grande e ad una erezione senza fine. Secondo il porno, essere un bravo partner sessuale non ha nulla a che vedere con l’essere sensuale, appassionato , attento, generoso, ben coordinato.
Niente di tutto questo. Tutto gira intorno a un grande pene come un sole che splende sempre e che noi non possediamo. Perciò alla fine i ragazzi rimangono paralizzati se non succede che il porno li blocchi, molto spesso si trasformano in imitatori di ciò che hanno visto. Che significa quindi che diventano degli aggressori”.
La cybersexual addiction o la cyberporn addiction, sono concetti sempre più conosciuti oltre che dai professionisti della salute mentale, anche dal pubblico più ampio a mano a mano che internet trova sempre più utilizzatori.
All’interno di questo ampio territorio popolato da persone apparentemente normali, troppi ragazzi, molti uomini e anche diverse donne vivono la masturbazione come l’unica ancora di salvezza dalla solitudine, anche solo percepita. Ciò può diventare una malattia, ovvero un gesto del quale non riescono a farne a meno anche quando si sentono stanchi, spossati o depressi. Allo stesso modo vivono la consapevolezza di aver perso tempo, di aver rinunciato in questo modo a relazioni reali, il tutto accompagnato da profondi e deleteri sensi di colpa. Per questo si ripromettono ogni volta di non farlo più.[Dal libro di Paolo Mancino: Pornodipendenza, Amazon].
Gary Wilson, uno scienziato australiano, che si occupa attualmente dei fenomeni di web addiction, si chiede se i nostri cervelli sono abbastanza evoluti da saper gestire l’iperstimolazione delle attrattive su Internet del giorno d’oggi. Wilson discute anche di alcuni invalidanti sintomi comparsi in alcuni utenti assidui di Internet, la sorprendente guarigione da tali sintomi, e la scienza alla base di tali fenomeni del XXI secolo.
Quasi ogni ragazzo con accesso ad Internet diventa un soggetto ideale a un test.
Il ricercatore canadese Simon Lajeunesse ha rilevato che la maggior parte dei ragazzi inizia a cercare pornografia a partire dai 10 anni guidati da un cervello improvvisamente affascinato dal sesso, rispetto alla pornografia del passato. Perché si pone come una novità inesauribile, proprio quello a cui molti si sottomettono.
Nei casi più estremi lo stabilirsi di una dipendenza da masturbazione può portare alla perdita del posto di lavoro o di una relazione sentimentale.
La ricerca dell’intimità
Possiamo abbastanza facilmente ipotizzare che le persone pornodipendenti siano alla ricerca dell’intimità in quanto non hanno avuto la possibilità di scoprirla nell’infanzia e nell’adolescenza. Il loro problema è che hanno aderito ad un falso senso dell’intimità e non riescono a recuperare quello vero che include la costruzione di relazioni intime tra le persone. La loro intimità viene confusa con l’intensità del desiderio circoscritta ai loro genitali.
La scoperta di pornografia da bambini in casa o presso le abitazioni di amici può essere una causa del desiderio forte di vedere la pornografia più avanti nell’età quando giunge la maturità sessuale. Il ricorso ad immagini porno può quindi essere il toccasana per ogni difficoltà ulteriore o il contentino alle delusioni quotidiane. Alla lunga un simile atteggiamento conduce facilmente alla pornodipendenza.
Il porno non è mai la causa di problemi, ma dove ci sono problemi il porno agisce e diventa un sintomo.
Noi ci stiamo domandando quale sia il messaggio che viene trasmesso e raccolto immediatamente dai bambini che sono così incuriositi dal sesso e agli adolescenti che sono così attratti dal sesso, e agli adulti che sono così sensibili al sesso.
L’argomento è di una importanza fondamentale poichè in mancanza di informazioni sul sesso e la sessualità da parte della scuola e dalla famiglia gli unici a farla da padroni rimangono internet oggi accessibile a tutti, e la televisione.
Il ruolo della televisione nella formazione delle persone suggerisce modelli culturali basati su stereotipi. Nel corso degli anni la sua influenza è aumentata. Cresce sempre più e si fa strada una mentalità e delle convinzioni basate sulla cultura dominante, sul consumismo, l’arrivismo e la mercificazione della donna. Gli stereotipi vengono suggeriti con mezzi nascosti dentro i messaggi tipo „consigli per gli acquisti“.
Lorella Zanardo, nel suo libro „Il corpo delle donne“ urla una denuncia lucida e allarmante di ciò che l’immagine delle donne oggi in Italia rappresenta per la maggior parte delle persone.
La televisione, come mezzo di formazione delle idee e delle preferenze, è oramai la forza più influente per tutte le generazione, ancora più forte di internet.
In uno studio compiuto qualche anno fa furono osservate per centinaia di ore molte trasmissioni televisive di grande ascolto. Il messaggio che passa è sessista e manipolatore. Le donne che appaioni in tv devono essere giovani e belle, sciocche e sottomesse.
In televisione le donne vengono presentate come vuote e passive, silenziose e servili, disposte all’amplesso a leggere gli sguardi ammiccanti e le posizioni osè. In certi programmi televisivi molto richiesti, le donne vengono manipolate, sfruttate e umiliate proprio come nei film hard.
Siamo stati tutti ragazzi e i costumi, si sa, cambiano.
Ma una visione della vita libera richiede che le persone maturino nel rispetto della volontà e della personalità degli altri. Anche la visione della sessualità ha assunto una dimensione di libertà e di emancipazione ma ritenere che da parte di una ragazzina non soccombere ad una forzata richiesta da parte di un compagno di scuola perchè semplicemente non lo si vuole, è una condizione di libertà.
Purtroppo, i modelli culturali diseducativi come il sopruso spesso a danno del debole e delle donne vengono disseminati dai media e incontrollabili.
Spesso il rifiuto delle famiglie all’educazione sessuale dei figli nella scuola è voluto da una eccessiva paura indotta loro da chi vuole che tutto rimanga com’è adesso.
Questi gruppi di potere ideologici favoriscono la tendenza, a scindere tutto, a non pensare alle cose in una dinamica di causa-effetto, ma come elementi separati.
Non vogliono comprendere che se manca la competenza, manca la conoscenza, manca il rispetto, è chiaro che posso facilmente tradirmi, tradire il mio corpo ed essere tradita da qualcun altro.
Non volersi bene è una parte fondamentale di questo modo di pensare, dice Marina Anzin, ex docente di educazione sessuale negli istituti superiori e attualmente insegnante della materia nella scuola di formazione per docenti AISPA.
“È più comodo tenere il tutto separato, perché sennò dovremmo lavorarci sopra a cominciare da subito,” continua. “Uno nasce che subito è un essere sessuato ma questo viene sempre dimenticato: le persone non vengono mai guardate come esseri sessuati, dotati di emozioni e impulsi; considerare questa dimensione fondamentale imporrebbe un cambiamento radicale nel modo di pensare al nostro essere umani.” A questo punto ci viene in aiuto la definizione di Salute sessuale dell’OMS.
Per l’Organizzazione Mondiale della sanità “La salute sessuale risulta dall’integrazione degli aspetti emozionali, intellettivi e sociali dell’essere umano che consentono la valorizzazione della personalità, della comunicazione e dell’amore”.
Noi, assieme a tanti, riteniamo che la scuola non dedichi abbastanza risorse e competenze per combattere quello che riteniamo essere un fenomeno di vera e propria disumanizzazione di esseri umani da parte di altri esseri umani per i loro fini di sottomissione e di consumo e profitto dell’industria del sesso. Le recenti prese di posizione di due sex simbol del porno come Rocco Siffridi e Pamela Anderson ne testimoniano l’urgenza.
Non vogliamo che il sesso e la sessualità vengano consumati come un qualsiasi prodotto a scapito della dignità e del benessere delle persone. Vogliamo, invece che ciascuno si possa proporre sessualmente in una prospettiva di rispetto e consapevolezza per poi compiere scelte che portino benessere e felicità.
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